«Istanbul non è a rischio ma lotta contro i soprusi»

Ilaria Vescovi è nella capitale turca per partecipare a una fiera internazionale «Quello del parco è un pretesto. Il popolo rifiuta la mano pesante del governo»


di Luca Marognoli


TRENTO. Più troupe tv e forze dell’ordine che “rivoltosi”, nessuna percezione di pericolo ma anzi l'impressione che quanto sta succedendo nelle piazze sia il sintomo dell'“allergia” del popolo turco - abituato alla libertà e alla democrazia- nei confronti di qualsiasi forma di vessazione da parte del “palazzo”. Ilaria Vescovi, amministratore delegato di Tecnoclima Spa oltre che presidente della Seta Spa, editrice dei quotidiani Trentino e Alto Adige, è ad Istanbul da mercoledì sera per partecipare alla fiera biennale “Viv Turchia”, l’appuntamento più importante del Paese nel settore dell’allevamento avicolo e delle tecnologie connesse, in particolare quelle relative al riscaldamento degli allevamenti. «La popolazione considera gli scontri di piazza Taksim come lo sfogo di un malessere che covava da tempo, ma che comunque a mio avviso è “controllato” soprattutto da parte di chi lo manifesta. Non c'è l'intenzione di usare la violenza», afferma Vescovi.

La permanenza nella capitale turca dell'imprenditrice trentina proseguirà fino a stasera. «La zona espositiva è fuori dal centro, verso l'aeroporto internazionale Ataturk», spiega. «Dove ci troviamo non si sente assolutamente niente degli scontri, né vi è una sensazione di ciò parlando con i tassisti e con chi lavora qui. Abbiamo dei clienti che siamo andati a trovare in una zona più vicina a piazza Taksim: ci hanno detto che lì c'è una situazione piuttosto tesa ed è vero che c'è stato un grande dispiegamento di forze dell'ordine. La cosa che forse si può dire è che questi eventi sono il frutto di un malessere forte della popolazione rispetto a un metodo di governo troppo limitativo delle libertà individuali. Il popolo turco è abituato ad una certa indipendenza e libertà, è un incrocio di culture molto diverse, quella asiatica e quella europea, che lì si fondono: Istanbul è l'unica città al mondo che si trova al confine tra due continenti. Forse per questo qui è più sentita la mano pesante del governo. La vicenda del parco (“Gezi” accanto a piazza Taksim, ndr) è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il fatto di voler costruire in questo bel luogo è stato un pretesto per dire basta».

Un equilibrio consolidato si è rotto. E il futuro ora appare incerto. «I nostri clienti attivi nelle installazioni e nella distribuzione del gas - racconta l’ex presidente di Confindustria - ci dicono che si stanno facendo investimenti importantissimi a livello infrastrutturale, che porteranno la popolazione locale da 14 milioni a 20-25 milioni: tutti sono molto preoccupati e amareggiati. Non è possibile far sopportare questa mole demografica alla città».

Ilaria Vescovi è assorbita dall'appuntamento fieristico e le occasioni di turismo e scambio con la popolazione - dice - sono piuttosto limitate. «Siamo in fiera dalle 10 alle 19 e tanto tempo libero non ne resta, solo per una cena con i nostri collaboratori e clienti. Ma la percezione non è di una situazione di rischio. A “Viv Turchia” sono presenti moltissime delegazioni, anche da Iran, Irak, Pakistan Egitto... Tanti partecipanti extraeuropei, venuti tutti molto tranquillamente. Una cosa che ho notato è stato l’aumento a dismisura di giornalisti e cinereporter: lo si avverte soprattutto all'aeroporto, dove spiccano le apparecchiature voluminose al seguito delle troupe. Forse è l'unica cosa che di cui si accorge, fisicamente, chi viene dall’estero».

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