«Io, neo-psicologa vi spiego come aiutare i disoccupati»

Lisa Navarini ha studiato l’efficacia dei percorsi formativi per chi ha perso il lavoro e sta cercando nuove possibilità


di Martina Bridi


TRENTO. Dopo la laurea magistrale in Psicologia, Lisa Navarini inizierà prossimamente un tirocinio per poter dare poi l’esame di stato e iscriversi all’albo degli Psicologi. Interessante l’argomento che ha affrontato con la sua tesi «Valori lavorativi, auto-efficacia e flessibilità lavorativa in individui senza lavoro. Una ricerca empirica all’interno di per percorsi formativi anticrisi della Provincia autonoma di Trento».

Lisa, da dove hai preso spunto per la tesi?

Durante il tirocinio ho svolto una ricerca empirica all’interno di un percorso formativo anticrisi della Provincia per indagare i valori lavorativi, l’auto-efficacia e la flessibilità lavorativa di persone senza lavoro. Per far fronte alla crisi economica, infatti, il Ministero del Lavoro ha messo in atto una serie di progetti e programmi di incentivazione al reinserimento lavorativo di persone destinatarie di ammortizzatori sociali.

Che tipo di intervento hai deciso di approfondire?

Presso Fidia, ente al quale la Provincia ha affidato la gestione di alcuni percorsi formativi, ho seguito personalmente il progetto «Pronti a ripartire». Ho potuto riproporre il lavoro della ricercatrice Anja Van Den Broek del 2007: la ricerca ha indagato l’atteggiamento delle persone disoccupate nei confronti del mercato del lavoro in continua mutazione con lo scopo di capire la loro inclinazione rispetto ai diversi tipi di flessibilità richiesti al lavoratore da parte delle aziende. A questi elementi ne abbiamo aggiunti altri come l’expertise percepita, l’auto-efficacia e il ruolo delle attività formative seguite.

In che cosa consistono queste variabili di ricerca?

L’auto-efficacia come convinzione della persona di essere in grado di portare a termine un compito o di raggiungere un obiettivo e l’expertise come livello di esperienza e competenza percepita dalla persona nel suo ambito lavorativo. I valori lavorativi generali indicano la forza motivazionale di un individuo disoccupato a ritrovare un impiego.

A quale conclusione sei arrivata?

Il valore lavorativo, o l’importanza attribuita al lavoro, è utile nel predire il grado con cui una persona è disposta a rispondere alla richiesta di flessibilità del mondo del lavoro. L’expertise oggettiva predice la presenza delle flessibilità formativa, ad accettare un lavoro senza pretese e sotto qualificato.

Quali sono gli effettivi dei percorsi di formazione?

Le persone senza lavoro ritengono utile la formazione poiché garantisce loro di avere più possibilità di trovare un’occupazione. Si possono ottenere maggiori risultati dal punto di vista economico e sociale, per tutto il territorio, continuando a promuovere il valore della formazione lungo tutto l’arco della vita.

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