«Inutile il tunnel Nago-Cretaccio»

Per Marco Danzi servono piuttosto le circonvallazioni intorno agli abitati



RIVA. Marco Danzi, rivano, master in economia e management dei trasporti alla Bocconi, esperienze a Torino ed in Polonia, amministratore delegato di Pol-Rail, joint-venture tra ferrovie italiane e ferrovie polacche, ha firmato per conto della Qnex di Bolzano (analisi e progettazione di sistemi di trasporto pubblico) la proposta dei quattro tunnel brevi al posto del tunnel lunghissimo per il collegamento fra la Busa e l'asta dell'Adige per evitare i nodi di Loppio, Nago, Torbole e Vignole. Gli abbiamo chiesto un parere sull'ultima soluzione, quella del tunnel dalla Mala al Cretaccio. Secondo Danzi la soluzione cosiddetta C difetta nell'analisi dei flussi di traffico.

Sepolto per sempre il tunnel lunghissimo?
«Ho sempre sostenuto che non sarebbe mai stato realizzato. La nuova proposta è un passo avanti, sono state accolte le proposte Qnex di imbocco alla Mala e di canna unica a 3 corsie. Ma non ancora ottimale».

Perché?
«La soluzione C è un toboga con un percorso tortuoso per evitare eccessive pendenze. Nago e Torbole continueranno ad avere notevoli afflussi di traffico: gli esempi da imitare sono Moena e Campiglio non Mori che sopporta ancora il 50% del traffico. Ma il vero problema è a a monte: si progettano soluzioni senza chiare analisi e strategie per la mobilità altogardesana».

Quali sono le priorità?
«Ignoro su quali parametri sia stata elaborata la solzuione C, ma al di là delle sensazioni i numeri dimostrano che nel trasporto privato non servono collegamenti Nago-Busa, bensì puntuali circonvallazioni dei centri abitati di Loppio, Nago, Torbole e Vignole. Ed il trasporto pubblico può togliere su base annua il 20% delle auto e dare un forte contributo slla riduzione dei picchi di traffico in ora di punta ed in alta stagione».

Quindi un ulteriore sì a Metroland?
«Ma non alla Moletta. Qnex ha ipotizzato un trenino con tempi di percorrenza analoghi all'auto privata e 3 fermate in Busa sulla sinistra Sarca. Il 50% della popolazione ha una fermata a meno di 2 chilometri. Una fermata alla centrale di Torbole offre un'accessibilità diretta alla fascia lago e a gran parte dei posti letto. Il treno crea un nuovo asse nord-sud sgravando via Santa Caterina e consente di riorganizzare il servizio autobus su rapide direttrici est-ovest».













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