«Indagine sulla concessione? A22 sempre rigorosa»

Il presidente Andrea Girardi: «La società si muove su indicazioni politiche» Ma spunta un’interrogazione in Senato sui rischi di procedere senza gara



TRENTO. «Posso solo dire che non abbiamo ricevuto alcuna richiesta da parte della Corte dei Conti. Se ci sia un’indagine sulla concessione dell’A22 lo ignoro, noi continuiamo sereni e rispettosi delle norme».

Il presidente di Autobrennero Andrea Girardi è sinceramente sorpreso del contenuto della relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti, Marcovalerio Pozzato, nella quale - scritto nero su bianco - c’è l’indicazione di un’indagine (già avviata o forse da avviare) per una ipotesi di danno erariale «con riferimento al mancato rinnovo della gara (con applicazione dei criteri di concorrenzialità) relativa a concessione di autostrada».

Il giorno dopo l’annuncio della Corte, in via Berlino si cerca di capire su che cosa vogliano far luce i magistrati contabili. Sì, perché nella complicata partita del rinnovo della concessione, la società A22 altro non è che un mero esecutore di volontà altrui (Regione, soci pubblici e ministero dei trasporti). Per cui - è il refrain che si ripete negli ambienti della società - «la Corte dovrebbe suonare ad un altro campanello». «Noi siamo sempre stati rispettosi delle norme - afferma il presidente Andrea Girardi - siano esse italiane o europee. E anzi, lo abbiamo fatto con il massimo rigore richiesto. Questa è sempre stata la nostra stella polare».

Perché allora indagare sulle procedure? Chi può - eventualmente - aver presentato un esposto? E se l’(eventuale) segnalazione non provenisse dal Trentino Alto Adige ma arrivasse da altri ambienti, magari da potenziali concorrenti rimasti delusi per il venir meno della gara per la concessione?

Ipotesi azzardate, retroscena giornalistici, ma non del tutto estranei agli ambienti dell’A22 dove sono in pochi a non ricordare le diverse interrogazioni presentate in Parlamento contro l’ipotesi dell’affidamento diretto della concessione alla società in house che A22 sta realizzando. Ce n’è una, in particolare, che più di altre viene citata oggi, dopo la notizia dell’inchiesta contabile. Ed è l’interrogazione del 27 gennaio 2016 a firma del senatore di Forza Italia Lucio Malan. L’atto ispettivo è rivolto al ministero delle infrastrutture e dei trasporti e chiede lumi sulla scelta di non mettere a gara la concessione A22, scaduta da tempo.

Il senatore Malan, tra l’altro, chiede al ministro «se non ritenga che tali, a giudizio dell’interrogante, grossolani aggiramenti delle norme possano portare all’annullamento della concessione da parte dell’Ue o organi giurisdizionali con la conseguenza di dover pagare pesanti indennizzi alla società concessionaria». Il senatore rivolge infine un’ultima domanda al ministro, ovvero «quale sia la convenienza per lo Stato nel non indire la gara con la quale si eviterebbe, innanzitutto, il pericolo che la concessione sia annullata e che il debito pubblico sia incrementato di 2 miliardi di debito».

Insomma, il senatore Malan (che evidentemente rappresenta questioni che stanno molto a cuore ai concorrenti di A22) paventa ipotesi di danno all’erario per la mancata gara. Gli stessi ipotetici danni che la procura regionale della Corte dei Conti intende verificare. Certo, la giustizia agisce in modo del tutto indipendente, ma in questi giorni l’interrogazione di Malan è stata rispolverata dal cassetto e tornata sulla scrivania dei vertici dell’A22.













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