In Paganella fioccano le disdette «Ma non si può vivere blindati» 

Viaggio a Fai. Nel paese dei primi contagiati la gente si divide: «Il peggio deve ancora arrivare». «No, l’influenza miete più vittime». C’è chi fa scorta al supermercato. Il sindaco Tonidandel: «Gli operatori sono preoccupati» 


Valentina Leone


fai della paganella. Tra chi si chiede se il peggio debba ancora venire e chi osserva che ogni anno l’influenza miete un numero considerevole di decessi - “altro che Coronavirus” - a Fai della Paganella si prova a fare i conti con disdette negli alberghi, turisti a caccia di informazioni e rassicurazioni e commercianti che vedono parzialmente compromesso un periodo di norma di grandi affari. Con il sindaco, Gabriele Tonidandel, che non vuole minimizzare ma nemmeno alimentare inutili allarmismi, e i tecnici dell’Azienda sanitaria al lavoro per ricostruire tutti gli spostamenti e i contatti intercorsi tra la popolazione e la famiglia di Soresina arrivata a Fai venerdì sera e risultata positiva al virus ormai più temuto. Contatti ridotti al minimo, come spiegato anche ieri dal primo cittadino e dal governatore Maurizio Fugatti, anche perché la famiglia, composta da tre persone, ha alloggiato nell’appartamento di proprietà in pieno centro storico, e dunque non in albergo e magari a contatto con altre persone. Inoltre, i tre erano già arrivati in Trentino con dei sintomi influenzali e non appena avuti i primi sospetti hanno subito allertato la guardia medica, fino poi al trasferimento all’ospedale di Bergamo, avvenuto nel pomeriggio di domenica. Poco tempo, insomma, e pochissime uscite.

“Un po’ di preoccupazione c’è, ma d’altra parte non possiamo vivere blindati”, riflette Paola, titolare dell’edicola-tabacchi lungo la via principale del paese. “Spero facciano accertamenti, che si approfondisca per scongiurare qualsiasi dubbio”.

“Scrivete parole piccole, pesate tutto molto bene, altrimenti da qui a una settimana sarà il deserto”, si raccomandano tre lavoratori del posto mentre caricano un cassone di legna a pochi passi dall’abitazione della famiglia di Soresina. Nei supermercati non si sono registrati assalti, anche se al Conad di piazza Trentina qualche spazio vuoto tra gli scaffali c’è: “Diciamo che qualcuno nelle ultime ore ha fatto una spesa un po’ più abbondante”, commenta il titolare Pasquale Aceto. “Le scorte di amuchina, invece, le ho terminate già da qualche giorno e c’è chi mi ha chiesto le mascherine. Tra i miei clienti so che qualcuno ha anticipato un po’ la partenza, anche se di poco, 24 - 48 ore al massimo”.

Un fulmine al ciel sereno per la comunità, che già nei giorni scorsi aveva dovuto fare i conti con le disdette fioccate a seguito dei focolai di Veneto e Lombardia, con un decreto del governo che bloccava di fatto gite e viaggi organizzati. Ad Andalo, come spiegano in paese, intere comitive dalla Toscana hanno cancellato le prenotazioni dalla sera alla mattina: un danno per gli albergatori, ma anche per tutto l’indotto, inclusi i maestri di sci appositamente prenotati per i gruppi. Con la notizia dei contagiati che si trovavano a Fai, è arrivata un’altra ondata di cancellazioni, come ha confermato ieri mattina lo stesso primo cittadino a margine dell’incontro con Fugatti, parlando di “preoccupazione tra gli operatori del settore”. La riunione si è svolta in municipio alla presenza dei dirigenti generali Giancarlo Ruscitti e Raffaele De Col ed è stata un’occasione per fare il punto ma anche, come ha spiegato lo stesso presidente, “per testimoniare la nostra vicinanza ad una comunità che è stata toccata, anche se indirettamente, dell’emergenza”.

«L’attenzione è massima ma non ci sono evidenze al momento di particolari situazioni di emergenza. Tutto è sotto controllo e non c’è motivo di preoccuparsi, l’invito è di continuare le normali attività quotidiane», ha detto infine il sindaco Tonidandel.

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