«In carcere mancano medici e infermieri» 

Visita a Spini dell’avvocato Valcanover col consigliere Baratter per verificare le condizioni dei detenuti



TRENTO. Ieri mattina l’avvocato Fabio Valcanover insieme al consigliere Lorenzo Baratter e a Lorenzo Conci, collaboratore di Baratter, hanno fatto visita al carcere di Spini. La visita ha avuto come oggetto di attenzione l’aspetto sanitario nel carcere. Valcanover denuncia ancora delle carenze: «Manca personale; in particolare ne mancano sicuramente due o di più a seconda di quali numeri si voglia tenere in considerazione. In particolare: numeri della previsione iniziale (220 unità) o numeri a cui si è attestato ora (318 unità). Mancanza di infermieri per il turno notturno. Ci sono due turni infermieristici. I turni finiscono a tardo pomeriggio sicché nella notte non c’è personale infermieristico. In caso di emergenze notturne una comunità di 350 persone in quelle condizioni necessiterebbe della presenza di un medico di turno notturno. Invece vi è la guardia medica. Se v’è bisogno, viene chiamata la guardia medica. Occorrerebbe verificare i dati della quantità di chiamate che vengono effettuate alla Guardia medica e il numero di interventi. Spesse volte, in caso di emergenze, viene disposto cautelativamente il ricovero in ospedale. Con l’apprestamento di una pattuglia che va in missione dal carcere in ospedale. Con questo facendo diminuire il ridotto numero di personale di notte. Chi deve provvedere? Sicuramente l’Azienda sanitaria. Rimedi alla mancanza di personale infermieristico. Suggeriscono gli addetti che sarebbe di incentivo all’implementazione del personale l’individuazione, come logico, di una specifica indennità di medicina carceraria. Anche questo è compito dell’Azienda sanitaria. Vi è una specifica indennità per malattie infettive ma insufficiente a incentivare la presenza di personale all’interno della Casa Circondariale. Infatti, sono 4 euro. La mancanza di personale infermieristico la notte rende difficile il passaggio di consegne (la fotografia di quello che è stato) tra notte ed inizio del turno di giorno. Abbiamo potuto verificare anche alcuni dati generali. La presenza di circa una trentina di detenuti che frequentano il SerD interno con terapie di mantenimento o scalari. Diverso è il numero delle persone (e quindi maggiore) che si dichiarano tossicodipendenti all’ingresso in carcere. Non necessariamente questi chiedono appoggio per le loro patologie al SerD. Vi è presenza di malattie infettive all’interno della Casa Circondariale quale scabbia e tubercolosi. Che vengono prese in carico e controllate. Una decina di persone dovrebbero essere in cura con terapie costanti dispensate dal servizio psichiatrico. Ci dicono che il 40% delle persone (detenuti) è utilizzatore in via costante quasi di coadiuvanti quali benzodiazepine».













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