rovereto

In attesa della demolizione l’ex Alpe sarà sigillata

Porte e finestre da murare per impedire fisicamente l’accesso dei senzatetto Si sperava nella rapida demolizione ma il progetto è ancora fermo in Provincia



ROVERETO. Ad inizio agosto sembrava fatta. La Provincia aveva messo il polo 0-6 di Sacco al primo posto nella sua lista di priorità degli investimenti in strutture scolastiche. E il progetto originario era stato modificato in «contraddittorio» con gli uffici provinciali per ridurre il costo previsto. Dai due piani originari si è passati ad uno (ovviamente a scapito del verde circostante) con un risparmio di circa un milione. Quel nuovo progetto era stato spedito in Provincia per quella approvazione che sembrava non solo scontata ma anche elementare, visti i presupposti, e che avrebbe sbloccato il finanziamento: quei 6 milioni e mezzo (su 7,6 totali) senza i quali il Comune nemmeno può pensare di partire.

Allora si disse che i soldi sarebbero arrivati entro l’estate e che entro l’autunno si sarebbe demolito l’edificio, fatiscente e rifugio precario e pericoloso di senzatetto. Non si poteva partire prima dell’approvazione finale del progetto da parte della Provincia perché anticipare i tempi avrebbe significato doversi accollare le spese dell’intervento. E per la bonifica dell’area si ragiona su più di un milione di euro, che il Comune non ha.

L’autunno è arrivato, l’ex Alpe è ancora lì e i suoi abusivi frequentatori anche. Con rischi evidenti soprattutto per loro, perché l’edificio è cadente e privo di qualsiasi sicurezza. A Trento l’approvazione del progetto si è rivelata meno celere del previsto, anche se non sarebbero sorti problemi tali da rimetterlo in discussione. Tempi lunghi e basta: quello che si dice il peso della burocrazia. Ora abbattimenti e bonifica sembrano destinati a scivolare all’inizio del prossimo anno, e bene che vada. Tanto che la giunta ha deciso di provvedere ad un intervento “ponte”: nelle prossime settimane farà murare o comunque chiudere tutti gli accessi alla vecchia fabbrica.

Lo scopo è chiarissimo: impedire fisicamente che chiunque possa entrare lì dentro, mettendo in pericolo la propria vita e quella altrui (per esempio, provocando un incendio). Non è un lavoro di grande impegno e quindi anche la spesa è contenuta, ma si sperava di evitarlo per la sua totale provvisorietà: questione di mesi e tutto sarà demolito. Solo che di mesi ne sono passati già troppi e con l’inverno la situazione degli occupanti abusivi non può che peggiorare.

 













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