In 15 mila sono senza lavoro

Fine anno con molte ombre per il Trentino. Nel 2013 quasi 700 occupati in meno rispetto al 2012


di Chiara Bert


TRENTO. Il lavoro resta al primo posto tra le sfide della Provincia per il 2014 che sta per cominciare. Al primo posto tra le priorità indicate dal presidente Ugo Rossi prima in campagna elettorale e poi nel suo programma di legislatura presentato al consiglio. Emergenza assoluta a cui dare risposta, in un Trentino che ha sì retto l’urto molto meglio di altri territori ma che non è passato indenne dalla crisi economica.

Anche il 2013 si chiude infatti all’insegna del lavoro che manca. In Trentino meno che altrove, certo, ma i numeri confermano che la crisi economica morde ancora anche in provincia: 14.600 disoccupati ha rilevato l’Istat nel terzo trimestre dell’anno, un tasso del 5,9% (era il 5,8% nello stesso periodo del 2012), il doppio del livello pre-crisi. Le performance del Trentino restano migliori di quelle del resto del Paese, dove la disoccupazione viaggia oltre l’11%, e di quelle del Nordest, la parte più produttiva del Paese dove i disoccupati hanno raggiunto il 6,8% della forza lavoro (+0,6% rispetto all’anno precedente). La disoccupazione resta però di due punti percentuali più alta che nel vicino Alto Adige, dove il tasso di chi cerca lavoro è del 3,8%, in miglioramento rispetto al 4,3% del settembre 2012.

E il dato sul numero di occupati non induce all’ottimismo, almeno sui tempi medio-brevi: l’ultima rilevazione Istat ci dice infatti che in Trentino la crescita degli occupati si è fermata. Nel terzo trimestre di quest’anno sono circa 700 in meno rispetto allo stesso periodo del 2012, con un tasso di occupazione che si attesta al 66%, in calo di 0,6 punti percentuali: la perdita dei posti di lavoro è stata particolarmente pesante nell’industria manifatturiera con 3.600 addetti in meno ai quali vanno aggiunti i 300 posti di lavoro persi nell’edilizia e i 200 nell’agricoltura. Solo il settore dei servizi mantiene un saldo occupazionale positivo: 3.400 posti in più tra settembre 2012 e settembre 2013.

Il governatore Rossi ha ricordato pochi giorni fa che il tunnel della crisi è ancora lungo ma ci sono delle luci che generano fiducia, come l’aumento del fatturato delle imprese trentine, trainate dalle esportazioni, e dei risparmi delle famiglie. Restando all’occupazione, gli ultimi dati dell’Agenzia del lavoro rilevano ad ottobre un aumento di 3.299 unità: è il primo mese dell’anno con un valore in crescita e tuttavia non si può parlare di inversione di tendenza, perché il dato è legato all’aumento di fabbisogno di personale dell’agricoltura. Non si interrompe quello che sul più lungo periodo rimane un bilancio in negativo: tra gennaio e ottobre del 2013 si sono registrati 102.455 nuovi rapporti di lavoro, 5.170 in meno (-4,8%) rispetto allo stesso periodo del 2012: il saldo occupazionale, cioè la differenza tra assunzioni e cessazioni, è negativo per 7.554 unità. Rispetto al saldo (sempre negativo) dell’anno precedente, si contano comunque 590 rapporti di lavoro in più.

È con questa situazione a luci (poche) e ombre (molte) che la giunta di Ugo Rossi sarà chiamata a confrontarsi già nelle prossime settimane. Il presidente ha annunciato un «nuovo patto per la crescita», da sottoscrivere con le parti sociali, che avrà al centro nuovi sgravi Irap che premino le imprese che creano o stabilizzano l’occupazione. Tra gli impegni c’è anche il rilancio di Trentino Sviluppo, il cui ruolo - nelle intenzioni della giunta - sarà rafforzato verso la ricerca di attività sostitutive (a quelle che lasciano) e il sostegno alle start up. Ma nell’agenda 2014 della Provincia spicca soprattutto il capitolo «ammortizzatori sociali». I sindacati premono perché la delega ricevuta dallo Stato venga finalmente attuata e garantisca un sostegno a tutti quei lavoratori che perdono il lavoro e non possono contare su nessun sostegno. «Con 10 milioni di euro - è la stima dell’assessore all’economia Alessandro Olivi - possiamo raggiungere con interventi personalizzati tra le 10 mila e le 15 mila persone».

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