Il terzo polo schiera una donna 

Verso le comunali del 3 maggio. Sarà l’avvocato Silvia Zanetti a correre come candidato sindaco con un solo simbolo tutto nuovo ( “Sì può fare”)  ma con tanti volti noti al fianco: c’è Silvano Grisenti (senza l’effige di Progetto Trentino), Renzo Gubert e l’ex assessore di Dellai Renzo Niccolini



+trento. Il terzo polo c’è e corre con una donna come candidato sindaco: con il simbolo di “Si può fare” il 3 maggio si presenterà Silvia Zanetti, avvocato, vicina al compianto Rodolfo Borga e alla sua Civica Trentina. Sarà affiancata da diverse forze civiche ed autonomiste che, per un motivo o per l’altro, non schiereranno i propri simboli ma si affideranno all’ombrello del neonato “Si può fare”. Con Zanetti nome non conosciutissimo nell’agone politico una pattuglia che di esperienza ne ha messa assieme nel corso di diversi decenni di politica a vari livelli. Il nome che ha fatto più discutere è quello di Silvano Grisenti, Progetto Trentino, che dunque ha tradotto in realtà la sua idea di portare nel capoluogo il partito fuori da quel centrodestra che esprime il vicepresidente della Provincia Mario Tonina. Ma Pt non avrà il simbolo, ma contribuirà a formare una lista di 40 nomi a supporto di Zanetti. Con lei anche la Democrazia Cristiana di Renzo Gubert (lo Scudo crociato però non si vede) e l’ex assessore all’urbanistica in Comune di Lorenzo Dellai negli anni 90, Renzo Niccolini, dato vicino agli Autonomisti popolari ma, anche qui, niente simbolo. Vabbè.

L’ispiratore di questo terzo polo che si colloca, come da nome, tra centrodestra e centrosinistra, è Francesco Agnoli: «Noi, Silvia ed io, abbiamo ripreso in mano l’avventura di Civica Trentina ed abbiamo costruito un contenitore nuovo, con ideali che hanno una lunga storia. Sappiamo che ci vuole coraggio per collocarci al di fuori dei due poli consolidati. Ma anche del realismo. C’è spazio per chi non sente rappresentato da ciò che già esiste».

Renzo Niccolini ha detto che «ad oggi è difficile trovare casa all’interno del contesto esistente. C’era un certo disagio ed abbiamo lavorato a questo progetto con un gruppo di amici».

Renzo Gubert è stato presentato da Agnoli come un personaggio storico: «Siamo con quelli che si riconoscono nella tradizione popolare, parlo di Udc, nuovo Cdu e la rinata Denocrazia Cristiana. Ci muove il fatto che non troviamo risposte nei partiti già esistenti. Vogliamo essere un’offerta in più per i trentini, ispirata dai valori dell’umanesimo cristiano». E Silvano Grisenti? «Questa sfida non è un’utopia. Questa esperienza mi riporta al 2003, quando si è lanciato il progetto della Casa dei Trentini. Non si era capito, ora abbiamo il dovere assoluto di rifare questa strada. C’è tanta gente che non si trova bene né a destra né a sinistra e dobbiamo dare loro una risposta. La città è nel torpore, anzi è stata addormentata, le associazioni sono state abbandonate a se stesse».

E la candidata Silvia Zanetti? «Io voglio rivolgermi ai silenziosi, alle donne e agli uomini forti e liberi che non riescono ad esprimersi. Vogliamo dare risposte serie e concrete, con sensibilità: ovvero ascoltare e condividere, poi dire se si può dare una soluzione. Il mio impegno, già nel 2014, è partito con il “comitato città sicura”. Credo che il fatto che io sia donna abbia avuto un peso nella scelta del mio nome come candidata».Di sicuro l’ha avuto su Andrea Merler che ieri non c’era e che si candiderà, pare, con Agire/Cambiamo!. Ma questa è un’altra storia. G.T.















Scuola & Ricerca

In primo piano