Il sindaco: «Più tolleranza per la musica in centro»

Lementele e telefonate alle forze dell’ordine anche per iniziative di giorno Miorandi: «Vanno bene le segnalazioni ma con spirito costruttivo»


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Il livello di sopportazione è molto, molto più basso rispetto al passato. Basta un po’ di musica leggermente alta, basta che qualcuno fuori da un bar alzi leggermente il tono di voce che scatta la telefonata (con richiesta di intervento) alle forze dell’ordine. E’ successo la settimana scorsa in via Roma per “Salotti urbani” alle sette di sera e ai giardini Perlasca per il corso di musica africana alle 20.15. Qualcuno che a quell’ora era andato a letto “come le galline”? No, semplicemente qualcuno cui dava fastidio un po’ di musica. Ma la città della pace e della tolleranza che fine ha fatto? Sarà mai possibile trovare un equilibrio tra le esigenze di chi abita in centro, chi lavora (come i bar) anche con la musica e chi vuole divertirsi o semplicemente vivere la città?

«Credo che sia necessaria un po’ di più di tolleranza ma anche nello stesso tempo è giusto segnalare le situazioni più pesanti ma con spirito costruttivo» afferma il sindaco Andrea Miorandi. Come la segnalazione di Sergio Cassitti pubblicata ieri sul Trentino che indicava come un buon esempio il concerto di domenica dei Wooden Collective a basso impatto ambientale e acustico. «Ringrazio il signor Cassitti perché con il suo intervento offre elementi di riflessione per la costruzione di proposte culturali in centro storico. Ne faccio tesoro: è la dimostrazione che la musica si può proporre senza problemi. Come amministrazione dobbiamo dare risposte in termini di qualità sia ai residenti che ai non residenti - afferma il sindaco - Va cercato, come abbiamo fatto e stiamo facendo, un equilibrio per soddisfare le esigenze di tutti. Accordi con alcuni bar per limitare l’orario d’apertura l’abbiamo raggiunto, per altri stiamo lavorando. E quando si mettono delle regole, non da codice, c’è più rispetto. Sono convinto che le soluzioni per una civile convivenza si sperimentano e si trovano. Non dimentichiamo che il centro storico è un valore aggiunto indiscutibile e le manifestazioni culturali e musicali vanno fatte qui, non in un capannone, senza proporre concerti da stadio...».

Certo che, prosegue Miorandi, « ci vuole più tolleranza: il livello di sopportazione si è abbassato e anche di molto. Un esempio? L’anno scorso una signora si è lamentata sostenendo che la pista del ghiaccio, in gennaio, faceva aumentare il freddo. Ma c’è chi si lamenta per una lettura di poesie in strada, per la milonga con il tango... E’ giusto segnalare le disfunzioni, ma per favore lo si faccia con spirito costruttivo. Se qualcuno si lamenta per la musica sotto le finestre, qualcun altro chiede di portare un po’ di musica e di vivacità in altri quartieri. Lo chiedono soprattutto gli anziani perché, così dicono, almeno ci sentiamo meno soli».

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