Il questore: «Controlli e dialogo con tutti  per ridare sicurezza» 

Le linee guida di Giuseppe Garramone: più volanti in città e iniziative specifiche dedicate ad anziani, giovani e donne



TRENTO. Aumento significativo del controllo del territorio (chiedendo al ministero nuovi agenti), una polizia partecipata in cui tutti, dai cittadini alle istituzioni siano chiamati a collaborare in prima persona, e una questura che diventa un palazzo di cristallo in cui chiunque potrà entrare e troverà qualcuno ad ascoltare. Sono queste le linee guida definite dal nuovo questore di Trento, Giuseppe Garramone che si è insediato il primo settembre. E che annuncia una grande campagna di ascolto. «Voglio confrontarmi con tutti - ha spiegato - dalle istituzioni ai sindacati, dalle associazione di categoria alle scuole e ai singoli cittadini. E, se vorranno, anche con i comitati di cittadini. La questura dovrà essere di cristallo, trasparente perché non abbiamo segreti e siamo aperti a confrontarci ed ascoltare tutti. Deve essere un luogo aperto e di incontro».

Il questore, in merito al tema della sicurezza, ha affermato che «l'aumento delle volanti è necessario come attività di prevenzione: è uno degli obiettivi che ho e cercherò di ottenere un po’ di rinforzi dal Ministero, faremo di tutto per aumentare gli equipaggi sul territorio». Inoltre, ha aggiunto, che l’attività non sarà «solo di prevenzione, ma ascolto dei cittadini che vogliono la nostra vicinanza. Una polizia vicina alla gente, con la gente, per ascoltare le problematiche».

E poi che lui non vuole essere solo il questore di Trento, ma di tutto il Trentino. E per questo ha un piano d’incontri ad ampissimo respiro annunciando di voler avere un colloquio «con tutti i sindaci dei Comuni del Trentino, per avere informazioni utili da chi quotidianamente amministra il territori. Questo perché sono sì il questore di Trento ma sono anche in questore del Trentino».

Garramone ha quindi sottolineato che ci sarà attenzione soprattutto verso le categorie più deboli, ragazzi, donne e anziani: «Sto pensando di attuare dei protocolli, nel caso degli anziani per proteggerli dalle truffe, per i ragazzi incontri nelle scuole e in questura su temi come cyberbullismo e ludopatia, per le donne vorrei la collaborazione delle associazioni di tutela, con incontri formativi per scongiurare e prevenire episodi gravi».

Il nuovo questore ha anche affrontato il problema della sicurezza, dimostrando di prendere in grande considerazione anche l’elemento della sicurezza percepita. «Da una parte abbiamo i dati che ci dicono che i reati sono in calo. E i numeri sono quelli sia a livello nazione che a livello trentino. Numeri che sono un punto di partenza, ma che per me non rappresentano certamente un punto d’arrivo. Questo perché fino a quando anche la gente non avrà una percezione di sicurezza, vorrà dire che c’è ancora da fare, da lavorare». Il messaggio è chiaro: la criminalità verrà combattuta ma ci sarà anche un impegno da parte della polizia per far sì che, numeri a parte, la gente torni a sentirsi sicura a casa sua e in giro per le strade della città. Come raggiungere questo obiettivo? Le linee guida sono le indicazioni del modo in cui Garramone vuole interpretare il suo ruolo di questore.

Capitolo anarchici. Il questore dice di conoscere la realtà e di essere convinto di proseguire con l’attività investigativa per contrastare il fenomeno che riguarda Trento ma non solo.

Giuseppe Garramone, calabrese di origine, classe 1956, è è entrato nell’amministrazione della polizia di stato nel 1980. Fino al 1992 è stato alla questura di Genova per poi passare a quella di Napoli dove restò fino al 1994. Quindi il trasferimento al Ministero dell'Interno dove ha ricoperto diversi incarichi fra i quali diversi legati alla tematica della migrazione. Nel 2015 aveva assunto le funzioni di questore della Provincia di Modena mentre nell’aprile dello scorso anno è stato nominato componente del gruppo di missione, istituito presso il gabinetto del Ministro, per l’organizzazione, il coordinamento e l’indirizzo delle attività del Ministero dell’Interno, nell’ambito della Presidenza Italiana del semestre europeo. (m.d.)













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