c’è l’ostacolo della sbarramento 

Il Popolo della Famiglia cerca lo sbarco a Roma

TRENTO. Anche il Popolo della famiglia si presenta a Trento in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo. Il programma del Movimento è nato dai Family Day ed è fondato sulla promozione...



TRENTO. Anche il Popolo della famiglia si presenta a Trento in vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo. Il programma del Movimento è nato dai Family Day ed è fondato sulla promozione della vita e della famiglia, ma nel partito ci si è soffermati anche sulla proposta del reddito di maternità, sulla riduzione delle tasse alle famiglie, sui costi standard per le scuole e anche su natalità, sicurezza, educazione, giovani, anziani e lavoro.

Il partito sul listino, alla Camera, schiera Berardo Taddei (che si presenta anche sull’uninominale) con Milena Carozzo, Johan Gruber e Romana Cordova, mentre per il Senato c’è in corsa, sul listino bloccato, Giovanna Arminio: «Abbiamo appena terminato la nostra assemblea nazionale a Roma. Eravamo un bel gruppo di 600 referenti a livello nazionale, c’è stato molto interesse e si è preso atto del fatto che siamo molto radicati a livello di tutto il Paese. Ci siamo da Bolzano, dove sono stata consigliera circoscrizionale, la prima eletta nel Popolo della Famiglia (io sono di origine calabrese) sino alla Sicilia. A Bolzano siamo stati dei veri e propri pionieri perchè abbiamo avuto il primo risultato dentro le istituzioni» osserva Arminio.

«Abbiamo lavorato molto. Si deve dire che all’inizio il nostro movimento era attaccato perché si riteneva che noi fossimo un partito monotematico. Ma in realtà dalla famiglia ci siamo poi interessati ai temi collegati, economici, sociali, legati anche all’immigrazione. Tutto deve passare attraverso le strutture famigliari».

«Ci siamo poi accorti che, in questa campagna elettorale, tutti poi hanno messo questo tema al centro dei propri interventi, a partire da Silvio Berlusconi. Ci ha copiato il nostro cavallo di battaglia, i 1000 euro di reddito di maternità. Lo ha fatto suo, salvo poi rettificare e dire che lo potrebbe dare solo alle donne dopo i 60 anni di età» osserva l’esponente del Popolo della Famiglia.

«Questo concetto ci ha fatto capire che, perlomeno, anche gli altri hanno capito che non si può più andare avanti con decisioni ideologiche, come la legge sulle unioni civili che ha riguardato 5000 persone in tutto, ma si debbono promuovere delle leggi che riguardino i 25 milioni di famiglie italiane. Che cosa ci aspettiamo in termini di risultato? Quello di poter superare la barriera del 3 per cento e di portare a questo modo i nostri rappresentanti in Parlamento» conclude Arminio. Una bella sfida.













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