Il più «beatlesiano» dei trentini

Filippo Bampi, artista e insegnante: con i «Fab Four» e Liverpool nel cuore


Carlo Martinelli



Dategli un biglietto omaggio e fatelo sedere in uno dei posti migliori dell'auditorium S. Chiara di Trento, mercoledì prossimo, quando si alzerà il sipario - esattamente trent'anni dopo la sera maledetta di New York, quando Mark David Chapman fece fuoco con la pistola - sull'atteso spettacolo "Ho appena sparato a John Lennon". Il consiglio agli organizzatori è motivato. Perché se non ci sta Filippo Bampi, 26 anni, trentino, insegnante nonché artista, in prima fila a questo appuntamento spettacolare, beh, chi altri?
Filippo Bampi è un vero lennoniano. Lui, che ovviamente per motivi banalmente anagrafici i Beatles li ha potuti incontrare solo attraverso dischi, video e film, sui Fab Four - e sul più intellettuale e controverso dei quattro, forse il più geniale - sa tutto. Ma in questo lo si potrebbe accomunare a tantissimi fan, sparsi in ogni dove. Gli è che per Filippo Bampi il rapporto è decisamente particolare, invece. Cominciamo dalla sua tesi di laurea, all'università di Trento, facoltà di lettere: "La sinestesia nell'arte di Stuart Sutcliffe". Sì, proprio lui: il quinto Beatle, come è sempre stato chiamato, l'amico inseparabile di Lennon. Il bassista (pare non suonasse granché bene, peraltro) che scelse le strade dell'arte, là dove le cose sembravano andargli decisamente alla grande, invece. Il destino - nelle biografie dei Beatles la sua vicenda è fondamentale - se lo portò via ad Amburgo, nel 1962, stroncato da una emorragia cerebrale. Aveva 22 anni. Ironia della sorte: morì nella città tedesca da dove, poche settimane dopo, la vicenda musicale dei quattro ragazzi di Liverpool avrebbe conosciuto l'avvio di una parabola straordinaria.
Torniamo a Filippo Bampi. Al quinto Beatle non arriva per caso: il colpo di fulmine ce l'ha ad otto anni, quando in casa - il papà i Beatles li conosceva bene -, trova un disco antologia ed un video. «Mezz'ora prima di andare a scuola - ricorda - mi guardavo le immagini in bianco e nero dei Beatles, ero rapito dal porto di Liverpool, fantasticavo su quei luoghi, il rock mi sembrava l'unica cosa reale». Quelle atmosfere non hanno mai smesso di accompagnarlo. Oggi, per dirne una, insegna inglese ai ragazzi delle scuole elementari di Pergine. Anche le canzoni dei Beatles sono materiale su cui lavorare. Di più: i ragazzi stanno scrivendo una lettera a Paul McCartney. Chissà se mai la leggerà, direte.
Però qualche possibilità c'è: Filippo Bampi a Liverpool è di casa. C'è stato per preparare la tesi, oltre che per rinnovare quello che era stato il primo pellegrinaggio musicale nei luoghi dei Beatles, quando aveva 17 anni. Ma nel 2005 succede ben altro. Nella città inglese Filippo per sbarcare il lunario lavora mezza giornata in un pub e l'altra mezza in una galleria d'arte, la Liverpool Pictures. Nel frattempo perfeziona anche le sue inclinazioni artistiche (le vetrate dello studentato di S. Bartolomeo, a Trento, sono opera sua): realizza coloratissimi pannelli con "paint", un programma di computer volutamente "infantile". È il suo omaggio a quell'essere bambini, innocenti sempre, che Lennon cantava e che Bampi rivendica come stile di vita, la semplicità ricercata contro le sovrastrutture aride degli adulti. Bene: i dipinti del commesso trentino nella galleria d'arte piacciono al punto che proprio un suo disegno finisce in una mostra collettiva della Tate Gallery di Liverpool per la Biennale del 2006. Non solo. Conosce Mike McCartney: sì, il fratello di Paul. Diventa amico di Brenda Haddon: era con i Beatles all'inizio della loro carriera e fu fidanzata di Sutcliffe. Non ci crederete: abita in Penny Lane e proprio là, nella via che ha dato il titolo ad una delle canzoni più celebri del complesso, Filippo Bampi ha la sua "base" quando va in Inghilterra. Non basta: ha conosciuto Rod Murray, amico di Lennon, direttore della Royal Academy.
Dimenticavamo: nella galleria d'arte Filippo arrivò, la prima volta, perché comprò - con tutti i risparmi del suo primo guadagno come scenografo, in Trentino - un quadro che mostrava, guardacaso, il porto di Liverpool. La direttrice si stupì di quel ragazzo italiano innamorato dell'arte, dei Beatles e di Liverpool. Capito perché mercoledì sera, allo spettacolo che racconta di Lennon e del suo assassino, Filippo Bampi dovrà comunque esserci?

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