BONDO

Il parroco caccia gli Schützen dalla chiesa

Scontro alla commemorazione di Francesco Giuseppe. Don Riz: «Questo non è il luogo per un comizio»


di Walter Facchinelli


BONDO. Nella parrocchiale di Bondo si è consumato lo strappo tra la Parrocchia di Bondo, rappresentata dal parroco don Celestino Riz, e le Compagnie Schützen “Rendena” e “Roncone” affiancate da Keiserschützen e Kaiserjäger del Tirolo storico e rappresentanti della Croce Nera dell’Austria.

La pioggia ha spinto gli organizzatori ad anticipare il ricordo in memoria dei 100 anni dalla morte del Kaiser Franz Joseph all’interno della chiesa. All’ambone, luogo deputato alla proclamazione delle letture, lo storico e docente universitario Marco Ischia ha illustrato la figura dell’imperatore, affiancato da Silvano Capella comandante della Compagnie Schützen Rendena e da una “Schützen lehrerin” con uno “scheibe” recante l’immagine del Kaiser Franz Joseph. Mentre Ischia ripercorreva la figura di Franz Joseph coi suoi 68 anni di regno, il suono della campanella annunciava l’inizio della messa. Don Celestino Riz è uscito dalla sacrestia e raggiungendo l’altare con un fragoroso battimano ha fermato lo storico affermando: «Questa è la casa di Dio, non il luogo di un comizio», e ha aggiunto: «Non condivido parte di quello che è stato detto». A queste parole alcuni Schützen si sono offesi e alzando la voce hanno inveito contro il parroco arrivando ad abbandonare la chiesa. Da qui è nato un battibecco. «Io non vengo a casa tua e celebro la messa», ha detto don Riz. «Questa è la casa del popolo», la replica. «Questa è la casa della Comunità cristiana», ha ribattuto il parroco, chiedendo «il rispetto del luogo e della sua funzione»: «Nessuno mi ha chiesto nulla e se così fosse stato si sarebbe cercata una sede più consona. Non mi pare ci siano le condizioni per celebrare l’eucarestia». «Chi ha voluto la guerra? I grandi della storia compreso Francesco Giuseppe che non ha fatto nulla per fermarla cercando una riconciliazione». E ancora: «Questo non è il luogo per far passare roba di questo tipo». Dopo queste scintille con alcuni fedeli che alzando la voce hanno rimbrottato il parroco, e altri che chiedevano di iniziare la messa, don Celestino visibilmente alterato ha celebrato la funzione senza l’omelia, tra sbigottimento e sguardi stupiti.

Al termine della messa è stata letta la “Preghiera degli Schützen”, don Riz ha benedetto le tre corone a ricordo dei caduti affermando: «In una guerra c’è sempre da chiedersi chi sono i vincitori. Sono coloro che hanno primeggiato sugli sconfitti oppure il vincitore è colui che ha dato la vita nonostante tutto: Gesù Cristo?». In una chiesa quasi deserta e solo dopo una breve consultazione tra Silvano Capella e don Celestino in chiesa si sono tenuti i discorsi di saluto di Franco Bazzoli, neosindaco del Comune Sella Giudicarie e del senatore Franco Panizza. La cerimonia commemorativa si è spostata sul piazzale a lato della chiesa con le compagnie schierate. La Compagnia d’onore del Battaglione Judicaria ha eseguito lo sparo a salva, mentre tre delegazioni di Schützen, Keiserschützen e Kaiserjäger hanno raggiunto la stele con la scritta “Das Vaterland seinen Helden” (La patria ai suoi eroi) per deporre le corone commemorative. La “Böhmische Judicarien” ha interpretato i brani musicali della cerimonia religiosa e di quella civile con le note di “Ich hatte ein Kamerad” e “Tiroler Landeshymne” in memoria dei 100 anni dalla morte del Kaiser Franz Josef. Il sindaco Bazzoli, alla sua prima cerimonia a Bondo, è stato contestato «per scarsa sensibilità, perché al posto della fascia tricolore avrebbe dovuto indossare il “medaglione”», ritenuto più consono alla cerimonia in ricordo dei caduti austroungarici. La giornata uggiosa ha ingrigito gli animi dei presenti che sono apparsi visibilmente scossi, malgrado la commemorazione e la festa. Molti concordano che «non si è trattato di un comizio» anche se ammettono «il luogo e l’intervento potevano essere concordati prima».

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