libertà di stampa 

Il congresso Fnsi per Megalizzi 

Lo ha detto ieri il presidente Giulietti al convegno sull’informazione



TRENTO. Il congresso nazionale della Fnsi (il sindacato dei giornalisti) che si svolgerà a Levico Terme dal 12 al 14 febbraio sarà dedicato alla memoria di Antonio Megalizzi, il giornalista trentino ucciso da un terrorista a Strasburgo lo scorso dicembre. Alla tre giorni parteciperanno anche i parenti di Giulio Regeni (massacrato giusto tre anni fa a Il Cairo, in Egitto), Andrea Rocchelli (il giornalista freelance e fotoreporter ucciso in Ucraina nel 2014) e Ilaria Alpi del Tg3 che con il cineoperatore Miran Hrovatin perse la vita a Mogadiscio, in Somalia, 24 anni fa. Lo ha comunicato ieri pomeriggio alla facoltà di Giurisprudenza Giuseppe Giulietti, presidente nazionale uscente del sindacato, nel corso di un seminario nel quale si è affrontato il tema della libertà di informazione e del diritto del cittadino ad essere informato. Tema di stretta attualità visti i continui attacchi di questi ultimi tempi alla stampa da parte del potere politico. A stretto giro di posta, Rocco Cerone, segretario regionale del sindacato, ha annunciato che “prossimamente in Trentino verrà costituito un presidio di Articolo 21”, l’associazione di giornalisti, scrittori, registi e giuristi che promuove la libertà di manifestazione del pensiero secondo quanto scritto nella Costituzione. E proprio il presidente di Articolo 21, Paolo Borrometi, da cinque anni sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia, era presente ieri a Trento dove, in tarda mattinata, ha firmato in Provincia un protocollo d’intesa con l’Ordine dei giornalisti, il sindacato e Assostampa per sostenere la formazione nelle scuole e ha poi presentato il suo libro: “Un morto ogni tanto”. Borrometi ha ribadito che “i cittadini hanno il diritto ad essere informati e per questo è necessario un giornalismo libero nonostante anche la categoria debba fare autocritica”. Secondo Vanni Pascuzzi, ordinario alla facoltà di Giurisprudenza, “occorre reimpostare la grammatica della democrazia a fronte di pericoli quali un crescente leaderismo, l’agone politico ridotto a scontro tra tifoserie e il sonno della ragione che avanza attraverso le fake news”. Pietro Chiaro, magistrato in pensione, ha ricordato che il primo pronunciamento della Corte costituzionale, nel 1956, riguardò proprio la libertà di manifestazione del pensiero ma che successive sentenze hanno aggiornato quanto contenuto nell’articolo 21 della Carta. “Il mio è un grido di dolore per gli attacchi continui ai giornalisti – ha detto Mauro Keller, presidente regionale dell’ordine dei giornalisti – E’ in atto un gioco subdolo che passa anche attraverso la minaccia del taglio ai finanziamenti pubblici all’editoria. Siamo deboli nella reazione e noi giornalisti dobbiamo tornare ad essere più seri e autorevoli”. (pa.pi.)













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