Il Centro islamico ora può aprire

Vittoria dei musulmani: il Consiglio di Stato sospende la sentenza del Tar


Chiara Bert


TRENTO. Il centro islamico di via Soprassasso a Gardolo può aprire i battenti. Dopo anni di ricorsi e battaglie in tribunale, la comunità islamica trentina ottiene il primo punto a suo favore: il Consiglio di stato ha sospeso la sentenza del Tar che a giugno aveva dato ragione ai residenti, giudicando la struttura troppo grande e quindi non compatibile con una zona residenziale. A giugno, quando arrivò la sentenza del Tar, il centro culturale islamico era pronto e pronto ad aprire. Rimase invece chiuso, bloccato da un pronunciamento che aveva dato ragione a 5 residenti della zona.

Nel loro ricorso gli abitanti di via Soprassasso avevano riproposto le contestazioni di altri due precedenti ricorsi (il primo, del 2008, del titolare dell'Hotel Capitol Gianni Bort, anche in quel caso vittorioso): quella di Gardolo sarebbe una moschea sotto mentite spoglie, destinata a provocare un carico di persone e di traffico insostenibile per il quartiere. Il Tar diede loro parziale ragione, dichiarando illegittima la dichiarazione d'inizio attività rilasciata dal Comune per il nuovo progetto della comunità islamica: non più «centro culturale-religioso», ma semplicemente «centro culturale» senza riferimenti al culto (il mirhrab orientato verso la Mecca e la grande sala centrale per ospitare la preghiera).

Per i giudici amministrativi non si trattava di una moschea cammuffata, ma comunque - per le sue dimensioni - il centro culturale non poteva rientrare tra le funzioni urbane compatibili con la zona residenziale. Per il numero di persone che avrebbe movimentato, con effetti sul traffico e i parcheggi, il centro islamico non era insomma paragonabile a sedi di associazioni politiche, sindacali, culturali e religiose.

Contro la sentenza ha presentato appello la comunità islamica guidata dall'imam Aboulkheir Breigheche (rappresentata dagli avvocati Andrea Lorenzi e Marco Dalla Fior di Trento e Paolo Stella Richter di Roma), e lo stesso ha fatto il Comune di Trento. Il 4 novembre la quarta sezione del Consiglio di Stato ha depositato l'ordinanza con cui accoglie la domanda di sospensiva e quindi congela - seppur temporaneamente - la sentenza del Tar: il progetto modificato del centro islamico è stato considerato in linea con l'articolo 36 delle norme di attuazione del piano regolatore; secondo i giudici non è possibile differenziare, dentro la stessa categoria urbanistica, a seconda della destinazione d'uso.

L'ordinanza sblocca così, dopo una chiusura forzata di 5 mesi, l'utilizzo della struttura da parte della comunità musulmana, la quale potrà svolgere le proprie attività - corsi di arabo, momenti di incontro e di aggregazione - che nel frattempo era stata costretta a tenere in un altro edificio affittato sempre in zona. La preghiera del venerdì si svolge invece in palestra, per ragioni di spazio. Il Consiglio di Stato ha fissato in tempi rapidi (il 14 febbraio 2012) la data dell'udienza di merito: sarà quella la sede della parola definitiva su una vicenda cominciata nel 2008, quando la comunità islamica annunciò di aver comperato un capannone a Gardolo. Un milione di euro (senza contributi pubblici) tra acquisto e lavori. Quasi quattro anni dopo il progetto, i fedeli musulmani potranno entrarci.













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