Il bancomat diventa una «trappola»

Le banconote prelevate sparivano in una scatoletta realizzata dai truffatori



ROVERETO. E' definita la "tecnica del tappo", in realtà si tratta di una truffa vera e propria che consente al denaro in contante prelevato al bancomat di finire in una sorta di "trappola". Il cliente della banca non vede le banconote richieste che, in compenso, finiscono nelle tasche dei truffatori. E' successo per la prima volta in Trentino a Rovereto. E a farne le spese sono state due filiali dell'Unicredit, in via Benacense ed al Follone. «Truffata è stata la banca, non i clienti» tengono a precisare ad Unicredit che ha immediatamente risarcito i clienti allegeriti nel loro conto senza peraltro vedere le banconote. E la banca, che ovviamente è assicurata, ha dovuto rimborsare oltre 3.000 euro, esattamente 3.150 euro, a quattro clienti che con sorpresa a conclusione dell'operazione con il bancomat non hanno visto un becco di quattrino.

Ma in cosa consiste la nuova tecnica dei truffatori che ormai sembrano aver abbandonato la clonazione del bancomat per ideare nuove modalità di truffa? In sostanza, secondo quanto hanno potuto accertare i carabinieri di Rovereto ai quali si sono rivolti i truffati, sulla fessura che distribuisce il contante veniva applicato un marchingegno (o forse una scatoletta) nel quale finiva il denaro. E il cliente rimaneva di stucco prima di arrabbiarsi: sul display risultava il preliveo, l'operazione veniva data per regolarmente completata, magari usciva pure la ricevuta con l'importo che aveva virtualmente prelevato. Virtualmente perché non si ritrovava con le banconote richieste, anche se il suo conto in banca risultava ovviamente alleggerito.

Questo è quanto successo ad almeno quattro clienti di Unicredit, tre della filiale di via Benacense (per un importo di 1.400 euro) ed uno (per 1.750 euro) al Follone ai quali non è rimasto altro che rivolgersi alla banca e quindi ai carabinieri per la denuncia. E così anche i truffatori, con la "tecnica del tappo", si sono evoluti: basta tastiere taroccate in modo da clonare il bancomat grazie al codice segreto, ma una nuova tecnica che consente di agire velocemente e di intascare subito il denaro dell'ignaro cliente. Infatti, almeno così ritengono sia gli investigatori sia i responsabili della banca, i truffatori arrivano appena se ne vanno gli impiegati della banca ed applicano sulla fessura delle banconote un marchingegno che le fa "sparire" alla vista del cliente.

E quando il cliente se ne va tra le imprecazioni dopo il fallimento dell'operazione di prelievo, i truffatori tornano in azione per staccare la "trappola" e quindi recuperare il denaro per poi spostarsi in altri distributori bancomat e così via. Identificare i truffatori anche per i carabinieri non sarà facile visto che non sembrano esserci telecamere di sicurezza puntate sui bancomati Unicredit di via Benacense e al Follone. L'invito, come sempre, resta quello di rivolgeresi immediatamente alle forze dell'ordine non appena si dovesse notare qualcosa di strano nel bacomat.













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