FESTIVALBAR

Il bagno turcosotto il tendone


Pierluigi Depentori


Ieri il tendone di piazza Duomo ha ufficialmente cambiato nome in “bagno turco”. Complice il solleone venuto a irradiare il Festival, nello spazio arancione c’erano ben oltre i trenta gradi e un’umidità ai livelli di Chichen Itza. Visti numerosi relatori in giacca e camicia con chiazze di sudore grandi come un pallone. Chi godeva davvero erano le commesse della gelateria Grom: coni e coppette come se piovesse.

Lettera aperta a Agar Brugiavini, Innocenzo Cipolletta, Enrico Giovannini, Daniela Del Boca, Alessandro Rosina, Davide Bassi, Walter Lorenz e Mario Marangoni: voi che ieri alle 15 eravate a discutere di welfare, economia e finanza, beh, vi siete persi un’impresa storica come quella della Schiavone al Roland Garros. Per un giorno, anche al Festival la “leonessa di Milano” ha fatto parlare più del “leone di Trieste”.

Domanda raccolta durante il giro al Sass, nei bar di piazza Duomo, e che umilmente giriamo agli organizzatori: ma perché - con tutto il fior fiore di direttori, inviati e corrispondenti che hanno animato il Festival - il compito di intervistare Roberto Saviano è toccato a Laterza? Ah, saperlo...

Anagrammi da Festival. Tito Boeri è international (Tibet o Rio), Giuseppe Laterza butta un occhio alla piazza (le pupe sgraziate), Roberto Saviano risponde per le rime (Boato? No, riserva - Boeri? Vanto rosa), Milena Gabanelli chiede di non prendersela a chi ieri è rimasto fuori dal Sociale (iella ben maligna). Per chiudere, l’economista Nouriel Roubini che per non smentirsi resta assai sul tecnico (riunione o rubli) ma manda anche un messaggio alla Cgil trentina (I neuroni o Burli).













Scuola & Ricerca

In primo piano