Ignorata la perizia con i parametri giusti

Per l’accusa, Tappeiner sarebbe stato chiamato per dare ai politici un trattamento di favore



TRENTO. La prima cosa che gli esperti hanno notato è che il calcolo dei maxi assegni per i consiglieri regionali e per gli ex era pieno di stranezze. Stranezze che sono giunte a far lievitare i soldi che sono finiti in parte già in tasca ai politici e che ci dovevano finire nel 2018. Gli intenti della riforma del 2012 erano buoni. Visto che la dinamica dei vitalizi vecchia maniera, ovvero con assegni mensile che potevano raggiungere i 6.600 euro e con generose reversibilità a figli e vedove, sarebbe presto diventata insostenibile, i politici hanno deciso di ridurre i vitalizi mensili a un massimo di 2.900 euro e di pagare il resto in due soluzioni, subito e nel 2018, ai consiglieri. Solo che il principio buono è stato applicato male. Per calcolare la somma da pagare ai consiglieri sono stati adottati parametri, ora lo dice l’inchiesta della Finanza, completamente fuori dal mondo. Questo ha permesso ai consiglieri regionali e a agli ex di arrivare a ottenere somme molto vicine a quelle che avrebbero ottenuto in tutta la loro vita da pensionati. Ma come è successo?

In primo luogo, il consulente scelto dalla presidente Thaler, ora sappiamo in seconda battuta rispetto a un altro, ovvero il presidente di Pensplan Gottfried Tappeiner ha calcolato un incremento del 13,6% dell'aspettativa di vita per i politici. Ovvero quattro anni di vita in più assegnati agli ex consiglieri regionali rispetto a quelli che sarebbero loro stati attribuiti dalle tabelle di mortalità. L'ex presidente del consiglio provinciale di Bolzano Mauro Minniti, per dire, ha raccontato di aver ricevuto un'aspettativa di vita di 85 anni. E ha portato a casa più di 1,3 milioni di euro. Ma c'è un secondo aspetto che, tra i parametri adottati, solleva più di un dubbio: il tasso di sconto applicato, ovvero il tasso di interesse prevedibile", che l'ufficio di presidenza fissò allo 0,81%. Ora sappiamo che il consulente che aveva preceduto Tappeiner aveva ipotizzato una forbice tra il 2,5 e il 4 per cento per i vari consiglieri. Ovvero uno sconto rispetto alla somma totale che si raggiunge calcolando tutti i vitalizi mensili. Per ogni anno si dovrebbe detrarre questo tasso. Ma Tappeiner aveva applicato un tasso di tre volte più basso. Questo ha portato al risultato dei maxivitalizi scandalo.













Scuola & Ricerca

In primo piano