«Idro: lago in salute, ma va difeso» 

In un convegno i timori per la possibile modifica della massima escursione



IDRO. Il lago d'Idro sta bene e migliora ancora. La situazione potrebbe però cambiare in peggio nel futuro qualora aumentasse la massima escursione dei livelli consentita. Queste le valutazioni più importanti uscite dal 4° rapporto annuale sullo stato di salute delle acque del Chiese e del lago d'Idro, organizzato ieri a Idro dall'associazione "Amici della Terra - Lago d'Idro Valle Sabbia". Gianluca Bordiga, presidente dell'associazione, ha aperto il suo intervento enumerando le azioni legali di "Amici della Terra" a difesa delle acque:"2 ricorsi al tribunale superiore delle acque e alla Commissione Europea, 1 esposto penale di 23 pagine che ha portato all'individuazione di 4 reati di disastro ambientale, 1 segnalazione all'Anac, tutti procedimenti in corso". L'associazione ha però agito anche su altri fronti, "mettendosi in rete" con altre realtà ambientaliste e portando avanti una petizione rivolta alle 30 amministrazioni comunali presenti sui 160 km del corso del Chiese affinché collaborino alla gestione oculata delle acque e che presto verrà portata all'attenzione dei consigli comunali.

L'ecologo fluviale Maurizio Siligardi, ex docente universitario a Trento, ha spiegato il funzionamento dei laghi dal punto di vista ecologico. Siligardi ha specificato come dai dati in suo possesso, il lago d'Idro oggi non sia in cattive condizioni, anzi, la situazione parrebbe idonea al ritorno di specie ittiche pregiate. Il professore ha però aggiunto che escursioni dei livelli troppo elevate potrebbero influire in maniera negativa. Un discorso non troppo diverso lo ha fatto anche Alessandro Muraca, professore di ingegneria idraulica all'Università di Brescia, quando ha sottolineato come nel 2017 l'Agenzia Interregionale per il Po sia riuscita a mantenere l'escursione del lago d'Idro entro 1 metro. Ciò in un'annata siccitosa che ha visto un volume delle precipitazioni inferiore del 25% alla media. Una gestione oculata, realizzatasi con la regola attuale che vede l'escursione massima a 1,3 metri e che ha imposto una grande collaborazione, che non è scontato si ripeta col ritorno all'escursione consentita di 3,25 metri. A chiudere l'intervento di Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, che ha illustrato la necessità di non ragionare solo sui livelli delle acque ma anche sulla difesa delle sponde e del paesaggio, aprendo un canale di discussione con gli interessi agricoli della bassa, che "dovrebbero comprendere come alla luce del mutamento climatico in atto anche a loro convenga puntare su tecniche e colture meno idrovore". (s.m.)















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