GRANDI EVENTI

I Suoni delle Dolomiti hanno «conquistato» pure Venezia

Enrico Rava ha inaugurato i concerti al tramonto in Laguna. E un docu-film li racconterà con l’alba del Col Margherita


di Andrea Selva


TRENTO. Dalle vette delle Dolomiti alle rive del mare, è stato il jazzista Enrico Rava a inaugurare sabato scorso, sull’isola di Mazzorbo, i concerti al tramonto nella Laguna di Venezia. Per unire - nel nome della musica - due patrimoni dell’umanità tutelati dall’Unesco. Loro - gli organizzatori - lo dicono chiaramente: «Ci siamo ispirati ai Suoni delle Dolomiti per quest’iniziativa che dall’anno prossimo contribuirà a far conoscere quant’è bella la Laguna veneta, insomma il “lato b”, ancora poco noto, delle spiagge frequentate ogni anno da milioni di turisti».

Cartina alla mano, dalle Dolomiti al mare ci sono appena un centinaio di chilometri in linea d’aria. Nelle giornate più limpide basta alzare lo sguardo dalla Laguna per vedere i Monti Pallidi emergere fra i campanili delle isole veneziane. Così il dirigente televisivo Mario Maffucci - affascinato dai Suoni - ha deciso di replicare lo spettacolo in Laguna con un evento intitolato “Lagoon Sunset” - tramonto in Laguna - organizzato sabato scorso con l’obiettivo di replicare l’iniziativa l’anno prossimo con un programma che coinvolgerà varie località della Laguna, con la regia del Comune di Jesolo. Nel frattempo un docu-film racconterà l’alba musicale del Col Margherita (era il luglio scorso) e il tramonto jazz di Mazzorbo, poco distante da Burano.

Ai Suoni si cammina a piedi sul sentiero? Qui il luogo del concerto si raggiunge in barca, navigando tra canali, ghebi (i canali più piccoli) e bricole (che sono i pali che segnano la via sull’acqua). Ai Suoni capita di salutare il sole che sorge? Qui hanno scelto che il momento più adatto è al tramonto. Ai Suoni succede di proseguire la giornata in un rifugio o in una malga? Qui ci sono agriturismi e aziende agricole - nel cuore della Laguna - dove invece di salumi e formaggio ti serviranno una fritturina di pesce di barena (dove la terra emerge dall’acqua con la bassa marea) da mangiare in un cartoccio di carta mentre navighi sull’acqua. E uno di quei vini antichi prodotto da uno di quei vigneti testardi che - come per miracolo - sopravvivono nonostante la minaccia (costante) dell’acqua salata.

Chiara Bassetti - che i Suoni trentini li segue dall’inizio, oltre vent’anni fa - fa tanti auguri ai veneziani: «Ci fa piacere che abbiano preso ispirazione dal nostro format e l’abbiano portato al mare, ma soprattutto ci piace quando questo avviene nello spirito dei Suoni che è quello di emozionare il pubblico nel rispetto dei luoghi».

Il Comune di Jesolo pensa a eventi dai numeri ridotti, anche perché non è semplice muoversi in un territorio delicato e complicato come la Laguna. Il sindaco Valerio Zoggia è nato proprio nel cuore di questo ecosistema - a Lio Maggiore - dove l’acqua si mescola alla terra: «Vogliamo fare conoscere Jesolo anche dal punto di vista naturalistico: non solo per le spiagge, ma anche per tutto quello che ci sta attorno».

Il trombettista Enrico Rava - già applaudito ai Suoni in più occasioni nelle stagioni scorse - sottoscrive: «Suonare qui sull’isola di Mazzorbo, al tramonto, è stata una grande emozione» ha detto, protagonista del concerto assieme al chitarrista Francesco Diodati. Dietro di lui un doppio arcobaleno, per ribadire che in questi concerti (in montagna come al mare, all’alba come al tramonto) anche il cielo (e non solo i musicisti) pretende l’applauso del pubblico.

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