«I ragazzi di Brindisi non si fanno intimidire»

Anche il preside Boggia di Cisternino al workshop sul ruolo dei licei oggi Gli esperti: ritrovare la propria missione di formare la classe dirigente


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. Quale ruolo hanno i licei, oggi in Italia e in Europa? Ne hanno discusso ieri esperti su scala nazionale e locale, nell'aula magna del Liceo Prati, nel primo dei due workshop sull'istruzione liceale, organizzati da Iprase, Università Cà Foscari di Venezia, Ministero Istruzione e altri enti. Due le sessioni di lavoro: nella prima il tema era “La nuova istruzione liceale”, nella seconda era “Le lezioni dell'esperienza”.

Beatrice De Gerloni, direttore Iprase, ha ricordato che i due seminari sull’istruzione liceale e sull’istruzione tecnica concludono «un laborioso percorso di elaborazione dei piani di studio provinciali per la scuola del Trentino e per quelli del secondo ciclo in particolare». I primi tre esperti (Umberto Margotta, Walter Moro e Mario Dutto) intervenuti in mattinata hanno riflettuto sulle continue e magari discutibili trasformazioni a carattere ministeriale delle struttura scolastica e sulla necessità che i licei ritrovino il senso della loro missione, la loro ragion d'essere: preparare la classe dirigente, anche se i licei – hanno ammesso- non sono più le uniche scuole da cui esce l'establishment. Venerdì 8 giugno seguirà il secondo Seminario sull’ “Istruzione tecnica in Trentino, in Italia e in Europa”. All'incontro ha preso parte anche Gennaro Boggia, a lungo docente di filosofia e oggi dirigente scolastico del liceo polivalente “Don Quirico Punzi” (850 studenti) di Cisternino, una cittadina di 25.000 abitanti a 60 chilometri da Brindisi. Gli abbiamo chiesto una riflessione sul rapporto tra scuola e studenti e anche su come abbiano reagito i suoi ragazzi al tragico attentato che ha ucciso la giovane Melissa, studentessa dell'Istituto professionale Morvillo-Falcone, di Brindisi.

Dirigente, che futuro vedono i ragazzi che escono dal vostro istituto?

Noi monitoriamo la valutazione dei nostri studenti sulla qualità dell'insegnamento ricevuto presso la nostra scuola per due anni dopo il diploma. I ragazzi si dichiarano molto soddisfatti, ad esempio sappiamo che superano spesso al primo colpo i test d'ammissione alle facoltà universitarie scientifiche, che consigliamo loro perché si trova così più facilmente lavoro. In generale credo che riusciamo a fornire loro la necessaria trasferibilità delle competenze. Credo infatti che questo sia oggi il dovere delle scuole, tutte: i licei in particolare devono creare persone capaci di inventarsi il lavoro, che non c'è. E questo riesce solo se quello che si insegna è una competenza trasferibile.

Come hanno reagito all'attacco tragico di Brindisi i ragazzi della sua scuola?

Sabato avevo sentito al telefono il preside dell'Istituto colpito, il Morvillo-Falcone. I nostri ragazzi poi sono stati straordinari. Eravamo noi adulti ad essere attratti dal loro comportamento. Noi adulti eravamo a rischio di retorica e così non abbiamo detto quasi niente. Loro ci hanno chiesto poco, solo chi potesse essere stato ma è giusto lasciare le ipotesi alla magistratura. Hanno subito saputo reagire, avevano già un piano. E il loro piano era comunicare il messaggio: noi non ci faremo intimidire da nessuno, faremo la nostra parte, e la faremo con la schiena dritta. Alle 18 di domenica la nostra scuola e tutte le scuole della provincia di Brindisi erano aperte. E i ragazzi avevano preparato tutto quello che sanno fare in questi momenti difficili: striscioni, poesie, lettere, palloncini.

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