I canoni Itea schizzano in alto: è rivolta

Largher (inquilini): «Affitti saliti da 60 a 230 euro, c’è il panico». La presidente Ruffini: «Erano congelati, si paga il dovuto»


di Luca Pianesi


TRENTO. «Gli inquilini delle case Itea sono nel panico. Stiamo avendo tantissime segnalazioni di famiglie disperate, alcune passate, da ieri ad oggi, da canoni d’affitto di 60 euro al mese a nuovi contratti da oltre 230 euro al mese. E contemporaneamente le pensioni sono ferme, il lavoro continua a diminuire e le difficoltà aumentano per tutti. Non capiamo cosa sta succedendo». É Silvano Largher, esponente del Comitato spontaneo inquilini e proprietari Itea, a lanciare l’allarme e a riferire delle preoccupazioni e delle angosce di migliaia di affittuari dell’Istituto trentino per l’edilizia abitativa. In questi giorni, infatti, stanno arrivando le bollette d’affitto nelle case dei circa 9 mila inquilini trentini soggetti a canone sociale e per oltre 4.000 di questi risultano esserci aumenti molto importanti.

«Gli aumenti sono maggiori per quelli che prima pagavano un canone di locazione molto basso – spiega la presidente di Itea, Aida Ruffini – e riguardano tutti quegli inquilini che hanno contratti “vecchi”, risalenti a prima del 2007. Per loro il canone era calibrato sui redditi del 2005 ed era stato bloccato da una delibera provinciale che prevedeva aumenti massimi sui contratti di affitto del 12%. La riforma provinciale sul sistema Itea, infatti, non voleva andare a colpire in maniera troppo incisiva gli inquilini e i loro contratti di locazione e per questo è stato deciso di fissare un tetto massimo agli aumenti, che sarebbe durato 5 anni. Al termine di questo periodo la legge prevedeva un adeguamento dei contratti degli inquilini “vecchi” a quelli degli inquilini “nuovi”, entrati nelle case Itea dopo il 2007. Ebbene quei 5 anni sono finiti e oggi per circa 4.000 affittuari è arrivato il tempo di pagare come gli altri, né più né meno. Per quelli che hanno un valore Icef inferiore al punteggio di 0,19 gli aumenti saranno inferiori al 30% di quanto pagavano prima, mentre per quelli che hanno un Icef oltre lo 0,19 gli aumenti potranno toccare quota 60%».

Ma stando a quanto riferito dal Comitato spontaneo inquilini e proprietari Itea tali aumenti non corrisponderebbero a calcoli e statistiche: «Sono assurdi – dice Silvano Largher – perché non si capisce come sono stati misurati. Ci sono persone che dai 300 euro che pagavano prima sono arrivati a 400, da Mezzolombardo ci è arrivata una bolletta cresciuta di 30 euro e poi c’è il caso di una famiglia di Trento che da 62 euro è passata a 233,9 euro al mese. In media gli aumenti sono stati di circa 100 euro a famiglia, che rappresentano 1.200 euro all’anno: non poco in un contesto sociale ed economico come quello attuale, dove i figli faticano a trovare lavoro, i nonni vedono ridursi le pensioni e i genitori vengono messi in cassa integrazione. E poi c’è stato un problema di comunicazione – aggiunge l’esponente del Comitato inquilini – perché nessuno ci ha avvisato di tali rincari. Sapevamo che stavano scadendo i 5 anni previsti dalla legge Dalmaso che fissavano un tetto agli aumenti dei canoni sociali, ma nessuno ha detto niente negli scorsi mesi. Quelli dell’Itea ci mandano con cadenza regolare a casa un giornalino informativo dove ci dicono quante abitazioni certificate ci sono, come siamo bravi e come siamo belli. Forse era il caso di inserire lì un accenno agli aumenti dei canoni di locazione, che permettesse agli inquilini di informarsi e di affrontare con più serenità questa situazione difficile».













Scuola & Ricerca

In primo piano