IL CARO CARBURANTE

I benzinai trentini: "Sui prezziabbiamo le mani legate"

I rivenditori giusitificano gli aumenti: "I nostri guadagni sono ridotti all'osso"


Daniele Loss


 TRENTO. Il giorno dopo la nostra indagine sui prezzi del carburante in Trentino, i benzinai dicono la loro: «Costi elevatissimi? Non è colpa nostra perché il prezzo lo fissano le compagnie. Il nostro guadagno è fisso, quindi se aumentano i prezzi anche noi dobbiamo sborsare di più». Consumatori e benzinai, dunque, «ostaggio» delle compagnie petrolifere, che ad inizio estate, hanno ritoccato, aumentandoli, i prezzi. Soprattutto quello del gasolio, il carburante oggi più utilizzato dagli automobilisti.

 «C’è il prezzo consigliato - racconta Milo Melillo della Fegicam (federazione gestori impianti carburanti e affini) Cisl - e poi la compagnia permette ad ogni singolo rivenditore di aumentare il prezzo al massimo di 5 millesimi a litro. Un margine risicatissimo, visto che guadagno lordo è di 33 millesimi lordi per ogni litro erogato».
 E, dato non trascurabile, se aumenta il prezzo della benzina a guadagnarci sono solamente le compagnie petrolifere e non i gestori delle pompe.
 «È proprio così - commenta arrabbiato Melillo - perché il nostro margine di rendita, che forse sarebbe meglio definire “carità”, è fisso e l’aumento del prezzo del carburante ricade ovviamente sul cliente, ma anche sul benzinaio, che si trova costretto a pagare di più alla compagnia. Senza tenere conto che se aumenta il prezzo c’è meno consumo, ma non meno spesa, e quindi noi ci rimettiamo. Servono riforme strutturali del settore e auspichiamo che il Governo prenda delle decisioni. Bisogna rimuovere quegli ostacoli che impediscono lo svilupparsi di un mercato e di una reale concorrenza».

 Ma questi aumenti vertiginosi ci sono stati effettivamente?
 «Ma certo - conclude il rappresentante sindacale - e questo accade ogni anno. Prima di Natale e all’inizio dell’estate. E sono aumenti subdoli. Volete due dati? Il 21 giugno la benzina senza piombo costava 1,349 euro al litro e il gasolio 1,159 euro. Il 2 agosto la “verde” è scesa a 1,337, ma il gasolio è salito a 1,187. E, al giorno d’oggi, le macchine sono quasi tutte diesel, senza contare i camion che vanno a gasolio. La verde cala, ma tanto la usano in pochi, e il prezzo del gasolio invece vola».
 Sono in tanti ad affermare che, in seguito alle liberalizzazioni, con i distributori nei grandi centri commerciali le cose potrebbero cambiare notevolmente.
 «Noi ci avevamo pensato - racconta Giorgio Fiorini, presidente del Sait - al momento della costruzione del Megastore e avevamo proposto al gestore del distributore Agip di dividere il piazzale. Lui, però, ha rifiutato e, credo, ora sia pentito della scelta. Per noi un distributore di benzina rappresentava un servizio in più ai nostri clienti, mentre per il rivenditore sicuramente un business. In futuro? Non lo so, ma sicuramente serve un’organizzazione abbastanza importante e non è un qualcosa che si può improvvisare da un giorno all’altro».













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