Hotel, le pazze richieste dei clienti più esigenti

Le vaschette con il cibo per i cani sono ormai normali negli alberghi trentini. «Le vere stranezze? Lenzuola ruvide, letti per tartarughe e guerre sui prezzi»


di Daniele Peretti


TRENTO. La vaschetta per i cani (legittimata dalla Cassazione come “diritto” del cliente come abbiamo scritto ieri) è una delle richieste più normali che un albergatore o un ristoratore possono sentirsi fare. “Per noi è scontato che tutto quello che rimane in tavola è del cliente che ha pagato il conto. Non abbiamo nessun problema, anzi diamo le vaschette per il trasporto, a far uscire dal ristorante i resti del pasto” - spiega Giorgio Sembenotti titolare dell'Hotel Everest. Una richiesta particolare alla reception? “La cliente che si presentò con l'acquario con dentro una tartaruga; mentre per i cani abbiamo le cuccette e le bacinelle.”

Ma curiosità e problemi non mancano neanche negli hotel di lusso: “Abbiamo deciso di offrire la massima morbidezza possibile della biancheria” – racconta il titolare di un hotel della Val di Non che preferisce restare anonimo. “Acquisti mirati, esclusioni di marche e poi arriva un cliente che mi chiede lenzuola più ruvide, perché massaggiano naturalmente la pelle”. Natale Rigotti, figura storica tra gli albergatori spiega: “Inizio col paradosso: in Giappone è consentito fumare all'interno dei locali, ma è severamente proibito farlo fuori. Se succede, oltre alla sanzione si rischia anche il carcere. Bene c'è stato chi ha chiesto lo stesso trattamento anche da noi. Animali strani? Basterebbe osservare le macchine dei turisti tedeschi che arrivano sul Garda. Oltre ad avere tutto con loro, si portano appresso anche gli animali che normalmente hanno in casa: pappagalli, coniglietti da compagnia.” Ormai ci vorrebbe una dotazione di bibbie, vangeli e corani; lo strano è che il cliente italiano regolarmente li nasconde, gli stranieri lo chiedono, ma in lingua originale. C'è anche poi, prosegue Rigotti, il problema dei cani. Andiamo dagli animalisti che chiedono stanze esclusive, al resto della clientela che si “accontenta” di portarli in camera, ma poi arriva chi rifiuta il soggiorno, perché non vuole dormire in una stanza con tappeti e moquette, dove potrebbe essere passato un cane. Senza parlare della colazione all'aperto o al chiuso. Per prenderci bisogna apparecchiare due sale”.

Gli albergatori trentini - qualche anno fa - anticiparono di sei mesi, la legge che obbligava a non fumare nei locali pubblici. Fu una scelta presa solo a maggioranza e col timore che i fumatori allungassero il viaggio fino in Austria. Si rivelò però una scelta decisamente indovinata. “Mi chiede delle domande più originali – conclude Rigotti – le voglio dire invece quella, che nessuno fa più. Informarsi sulla qualità della cucina. Non conta nulla, si mercanteggia solo sul prezzo. In Val di Fassa un albergatore ha ricevuto una telefonata. Una signora diceva che avrebbe volentieri soggiornato nel suo hotel, solo se avesse fatto lo stesso prezzo proposto da altri due alberghi”.













Scuola & Ricerca

In primo piano