la presentazione 

Gubert fa rinascere la Dc: «Noi i veri eredi del partito»

TRENTO. “Rinasce” la Democrazia Cristiana a 24 anni dallo scioglimento del partito, a cui seguì la “diaspora” dei democristiani. Lo ha annunciato l'ex senatore Renzo Gubert, ultimo segretario della...



TRENTO. “Rinasce” la Democrazia Cristiana a 24 anni dallo scioglimento del partito, a cui seguì la “diaspora” dei democristiani. Lo ha annunciato l'ex senatore Renzo Gubert, ultimo segretario della Dc trentina, che intende dare una casa politica ai cattolici: «L'identitarismo di Fugatti, con la promozione del presepio e del crocifisso, non basta, serve un'adesione integrale alla Dottrina sociale della Chiesa, che oggi non ha rappresentanza, né a destra né a sinistra». L’annuncio del ritorno della storica sigla sullo scenario politico anche locale, si è svolto presso l'Hotel Adige di Mattarello. In sala sono presenti numerosi simpatizzanti, accomunati da un'età non più giovanissima, attratti dal richiamo dello “Scudo crociato” esposto insieme al busto del senatore Luigi Benedetti. Gubert ha assicurato che non si tratta di un'operazione nostalgica: «C'è stato un congresso nazionale, con l'elezione di un segretario, e l'avvio di una nuova campagna di tesseramento, per poter rinnovare la platea del partito aprendolo alle energia dei giovani». Dal 1994 ad oggi sono state innumerevoli le vicende giudiziarie volte a stabilire chi avesse i titoli per proclamarsi “legittimo erede” del partito di De Gasperi, i cui reduci si sono sparpagliati attraverso gli schieramenti. Resta aperta la controversia sul simbolo: lo “Scudo crociato” resta in capo all'Udc, che di recente si è presentato localmente con il centrodestra. Gubert ha confermato: «Quella che inauguriamo oggi non è una delle “democrazie cristiane”, ma “la” Democrazia Cristiana, come sancito da una sentenza del 2012 e dal recente congresso. Rappresentiamo la continuità diretta con quella storia, perché lo scioglimento del 1994 non aveva valore legale, in quanto non decretato dal congresso». In sala è presente il commissario di Forza Italia Maurizio Perego, che ha ricordato i suoi esordi politici sotto lo “Scudo crociato”: «Mi sono iscritto al partito all'età di 14 anni e a tutt'oggi mi sento orfano della Dc. Se lo statuto di Forza Italia consentirà il doppio tesseramento, mi iscriverò». (f.p.)













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