Grisenti incandidabile nell’Upt ora lancia il suo nuovo partito

Domani il battesimo di Progetto Trentino che sancirà l’addio definitivo dall’Unione. In platea molta società civile, anche se il “terremoto” politico promesso, finora, non c’è stato


di Luca Petermaier


TRENTO. La risposta alle tante domande circa il futuro politico di Silvano Grisenti è scritta in un articolo dello Statuto dell’Unione per il Trentino, il suo partito. In quelle righe - all’articolo 16 per la precisione - viene sancita l’incandidabilità di quell’iscritto condannato in via definitiva. «Si definiscono come cause ostative alla candidatura nelle liste dell’Unione - si legge - le condanne, in via definitiva, per i reati dolosi contro la persona, contro il patrimonio, contro la pubblica Amministrazione, contro la personalità dello Stato e contro l’amministrazione della giustizia».

Fatale al proseguimento dell’esperienza nell’Upt - dunque - è per Grisenti quella condanna per truffa (da quantificare dopo il rinvio del processo in appello da parte della Cassazione) passata in giudicato. Piccolo o grande che sia, sempre di un reato contro la pubblica amministrazione si tratta, reato che sbarra la strada ad una futura candidatura (magari a sindaco di Trento) nelle file dell’Unione per il Trentino.

Silvano Grisenti, dunque, abbandonerà l’Upt ma la vera domanda è: dove si collocherà il nuovo soggetto politico che domani nascerà all’Interporto di Trento Nord? Difficile che lo faccia nell’area di centro sinistra. Non è un mistero che l’ex presidente dell’A22 consideri ormai «senza futuro» l’attuale assetto della politica trentina, e del centro sinistra in particolare. Come Grillo, anche Grisenti sta giocando la carta del «mandiamoli a casa tutti», proponendo un rinnovamento radicale (lui?) dello scenario politico locale. Il fatto è che l’esito delle elezioni politiche gli ha dato torto, confermando al contrario la solidità dell’alleanza di centro sinistra autonomista. E lo ha fatto in modo vieppiù evidente proprio al Senato dove il patto di ferro tra Pd, Patt e Upt ha consentito di portare a casa agilmente tre parlamentari su tre, in barba a molti “gufi” dell’ultim’ora, compreso proprio l’ex assessore.

L’esito elettorale ha avuto, però, anche un’altra conseguenza sul movimento di Grisenti, frenando l’annunciata emorragia di iscritti dall’Upt a Progetto Trentino. Conti alla mano, i transfughi sono poco più di una decina, tra consiglieri circoscrizionali, comunali e coordinatori territoriali. E’ vero che tutto potrebbe cambiare dopo il battesimo del nuovo partito, ma è altrettanto vero che il “terremoto” era stato annunciato da Grisenti subito dopo le elezioni. E finora i segnali di crollo dell’Upt non sono pervenuti.

Quello che in realtà dentro all’Unione per il Trentino guardano con preoccupazione è un’altra cosa: la fuga dei tesserati. Gli stessi che - misteriosamente - si erano fatti avanti in massa nell’estate di due anni fa, quando Grisenti tentò la scalata al partito, oggi potrebbero decidere di seguirlo in blocco a Progetto Trentino. Dentro l’Upt sono pronti all’evenienza, ma i dirigenti tendono a sminuirne gli effetti reali: «L’importante è mantenere la dirigenza e l’elettorato. E questo sta avvenendo» - sussurrano da via Lunelli.

Che cosa vedremo domani all’Interporto? Quali facce affolleranno la sala, invero ben più piccola dell’imponente PalaRotari dove il movimento dell’ex super assessore uscì per la prima volta allo scoperto?

Innanzitutto non vedremo i partiti, intesi come rappresentanze formali. I segretari non sono stati invitati. Ma non vedremo nemmeno esponenti delle categorie economiche, anch’essi non invitati come avvenne invece la scorsa volta. Non ci saranno, dunque, volti che erano invece stati fotografati al PalaRotari e dati come “vicini” a Grisenti, come il presidente degli artigiani Roberto De Laurentis («io non ci sarò, ma so che molti miei iscritti ci andranno perché apprezzano Grisenti come “uomo del fare”») o come il segretario della Cisl Lorenzo Pomini che oggi aggiunge: «In questo momento c’è bisogno di unire la politica, non di dividerla».

I volti noti, tuttavia, non mancheranno. Come quello del presidente del Consorzio dei Comuni Marino Simoni che ha già aderito al progetto culturale e che ora attende di capire come evolverà il progetto politico prima di prendere le sue decisioni: «Se lascerò l’Upt? Lo deciderò dopo aver visto quello che accadrà domenica» - conferma l’interessato.

Presente quasi certamente sarà invece Walter Viola, consigliere provinciale da tempo in rotta con il Pdl e che ha trovato in Progetto Trentino un naturale approdo, così come i consiglieri comunali a Trento Francesca Gerosa (anche lei ex Pdl e ora divenuta una sorta di “coordinatrice” del nuovo gruppo che sta per nascere in consiglio comunale a Trento). E’ notizia di ieri (lo scriviamo nell’articolo in basso) che sarà della partita anche l’unico (finora) fuoriuscito dalle file dell’Upt in consiglio comunale a Trento, il consigliere Guido De Stefano.

Il resto saranno persone normali, esponenti della società civile e del mondo del lavoro che a Grisenti chiedono e chiederanno di fare, appunto, il Grisenti, ovvero l’uomo forte che parla chiaro e prende decisioni. In questo, l’ex assessore è forse il numero uno. Resta da capire quanto ampio sarà il respiro di questa nuova avventura politica.

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