Grisenti: «Il centrosinistra è finito»

L’ex assessore: «Noi fuori? Non ci interessa nulla. Non hanno saputo rinnovarsi». E attacca l’Upt: «Vive di vecchi schemi»


di Chiara Bert


TRENTO. Fuori dall’Upt e dalla coalizione chi è con Grisenti? La risposta al coordinamento dell’Unione arriva direttamente da Silvano Grisenti: «Non ci interessa proprio, il centrosinistra in Trentino è finito perché non è stato capace di rinnovarsi. Ha vinto le elezioni solo perché non c’era un’alternativa. Progetto Trentino sarà questa alternativa». Se l’appello dell’ex assessore provinciale a votare Dellai alle politiche aveva fatto balenare l’ipotesi di una ricomposizione con il suo ex partito, oggi la rottura appare invece ormai consumata. E domenica prossima, all’Interporto, nel centro congressi dove Mario Monti poche settimane fa lanciava la sua Scelta Civica (con Dellai capolista), si terrà l’assemblea costituente di Progetto Trentino. Non più associazione, ma movimento politico in campo alle elezioni provinciali di ottobre.

Grisenti, il coordinamento Upt ha detto che chi intende seguire un percorso diverso si pone fuori dall’Unione e dal centrosinistra autonomista. Sorpreso?

A me non interessa proprio nulla e non interessa a chi sta facendo un percorso con Progetto Trentino. Sono schemi che non esistono più, anche se qualcuno li vuole tenere in piedi. Oggi c’è bisogno di mettere insieme forze politiche che si fanno carico dei problemi della gente, non solo a parole ma con i fatti. Se i dirigenti dell’Upt fanno ancora questi ragionamenti, è un problema loro non mio.

Quindi Progetto Trentino sarà una proposta politica alternativa al centrosinistra?

Qui è saltato tutto. Quando Grillo ha detto che Bersani è un morto che cammina, e umanamente mi dispiace, ci ha detto che questa è la politica italiana. Se non ci svegliamo velocemente a cercare di cambiare le cose, saremo tanti morti.

Però in Trentino il centrosinistra è uscito saldamente vincitore dalle elezioni con il 48% dei consensi.

C’era forse una proposta alternativa?

Volete esserlo voi, l’alternativa di centrodestra?

Noi in questo momento siamo altro e vogliamo costruire un percorso che riguarda i contenuti e le persone.

Lo farete con persone di centrodestra e di centrosinistra?

Ci sono persone che hanno votato Pd e che oggi non ci si riconoscono più e vedono in Progetto Trentino una possibile risposta. Non posso pensare che l’alternativa a centrodestra e centrosinistra sia solo Grillo, questo è drammatico.

Grillo dice tutti i politici so no uguali, tutti a casa. Qual è la vostra alternativa al governo della Provincia degli ultimi 15 anni, di cui anche lei ha fatto parte?

Il potere, per quanto ben esercitato, ti cambia. Oggi il centrosinistra non riesce a interpretare il bisogno di cambiamento. Basta vedere i risultati di queste elezioni. Dopo le primarie, il Pd era la prima forza politica del Paese. Quando sono scesi in campo Berlusconi e Grillo, il popolo ha scelto. Bene? Male? Ha scelto. E in Trentino il centrosinistra ha finito la sua missione perché non è stato capace di rinnovarsi. Quanti voti ha perso il Pd in Trentino rispetto a 5 anni fa?

Nel 2008 non c’era Dellai con una sua lista. Sommati i voti di Pd e Monti sono il 7% in più.

Sì, d’accordo. Ma Dellai - lo so direttamente perchè le conosco - ha preso voti anche da persone storicamente di centrodestra perché lo ritenevano l’unica persona che potesse rappresentare l’autonomia a Roma.

Lei prima ha detto agli elettori “votate Dellai” e contemporaneamente sostiene che Dellai e la sua coalizione sono finiti. Dove sta la coerenza?

Sono due cose diverse. Guardi le persone che rappresentano oggi l’Upt a Trento... Cos’hanno in comune con Dellai in termini di capacità e di visione politica? Mi pare tutto da scrivere. Bisogna cambiare soggetti politici e persone, perché non sono più in grado di dare entusiasmo.

Se bisogna cambiare, e la politica è dominata da Grillo e dalla richiesta di rinnovamento, mi dice cosa c’entra Silvano Grisenti?

Io provo ad aprire le porte ai nuovi e insegnare cosa significa fare politica, rappresentare le istituzioni e i bisogni della gente.

Mettendoci la faccia?

Sì, ma non necessariamente avendo ruoli. L’importante è ridare un po’ di fiducia alla gente. E questo non lo si fa confermando vecchi modelli che non riescono più a dire granché, ma riportando al centro del dibattito la politica che si fa carico dei bisogni della gente.

La legge elettorale provinciale vi costringerà a scegliere da che parte stare...

A tempo debito faremo le nostre scelte.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano