raccolta firme per i contributi per l’alternanza scuola-lavoro 

Gli studenti in piazza pensando alla pensione

TRENTO. Sabato in piazza Pasi, come accadrà pure sabato, c’erano i rappresentanti della 5a Ab dell’Istituto Tecnico Economico Tambosi. Con un gazebo, un genitore come tutor, per raccogliere le firme...



TRENTO. Sabato in piazza Pasi, come accadrà pure sabato, c’erano i rappresentanti della 5a Ab dell’Istituto Tecnico Economico Tambosi. Con un gazebo, un genitore come tutor, per raccogliere le firme a sostegno del loro progetto. Quello di “Vivere il diritto”, per poter raccogliere le 50 mila firme - in tutta Italia - per supportare la proposta di legge di iniziativa popolare in merito ai contributi figurativi per l’alternanza scuola lavoro che fa riferimento alla Gazzetta Ufficiale di data 8 novembre 2018, che potrebbe divenire, in prospettiva, un piccolo passo per la loro pensione futura. Ai cittadini, si chiede una firma per aiutarli a compiere un ulteriore passo per poter ottenere un loro diritto. Perché questo progetto? “Abbiamo voluto sperimentare – hanno detto i ragazzi - l’esercizio della democrazia diretta attraverso la preparazione di un disegno di legge di iniziativa popolare studiando e poi applicando l'intera procedura di realizzazione”. La proposta di legge prevede che “lo Stato riconosca il valore universale del lavoro e garantisca il diritto all’istruzione quale fonte di crescita umana e culturale. Che agli studenti del secondo ciclo di istruzione impegnati nelle attività di alternanza scuola lavoro siano riconosciuti i periodi di contribuzione figurativa relativa al servizio lavorativo effettivamente prestato in ottemperanza alle disposizioni legislative. Che gli oneri derivanti dall’attuazione siano posti a carico della fiscalità generale”. Per arrivare a questa raccolta firme gli studenti del Tambosi si sono prima divisi in gruppi; ad ognuno è stato affidato un compito; ad ottobre sono iniziati i lavori di elaborazione dell’atto costitutivo e del preambolo e sono state create le pagine Instagram e Facebook. In seguito, sempre per gruppi, con nuove mansioni, sono andati alla Cancelleria della Corte d’appello per chiedere informazioni riguardo alla vidimazione dei moduli; in Comune a chiedere informazioni per l’occupazione di suolo pubblico per la raccolta delle firme; alla Giunta provinciale per chiedere informazioni sull’autenticazione delle firme. Quindi hanno compilato l’atto costitutivo inserendo i dati anagrafici dei membri del comitato, hanno creato un cartellone da mostrare durante la raccolta firme al gazebo; stanno gestendo le pagine social del comitato e si occupano del volantinaggio. A novembre poi è stato costituito il comitato “Vivere il diritto” e con l’aiuto della professoressa di Diritto Giovanna Giugni, tutti i membri hanno firmato il modulo; l’8 novembre il comitato si è recato a Roma alla Corte di Cassazione per presentare la proposta di legge che il 9 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 261. Infine, dal 15 novembre è stata inviata la mail ai comuni con allegato il modulo per la raccolta delle firme.

(c.l.)













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