Gli ori dell'Ucrainaal Castello del Buonconsiglio

Provengono dai principali musei di Kiev e Odessa i circa 400 oggetti in mostra fino al 4 novembre. Manufatti in oro e argento che confermano l'universalità dei metalli preziosi come segno distintivo del potere


Sandra Mattei



Un filo rosso collega le ultime mostre sulle testimonianze archeologiche realizzate dal Castello del Buonconsiglio a «Gli Ori dei cavalieri delle steppe». Aperta il 1 giugno,  prosegue il percorso intrapreso dal Museo, allargando la ricerca avviata dieci anni fa con gli «Ori delle Alpi», per passare nel 2004 alla mostra «Guerrieri Principi ed Eroi fra il Danubio e il Po» ed arrivare ora a spaziare nei territori nomadi, quelli che dall’Ucraina si estendono a perdita d’occhio fino al Fiume Giallo: 7.000 chilometri, un fiume d’erba, di foreste, steppe e spazi desertici senza confini.

Quasi 400 gli oggetti in mostra dai principali musei dell’Ucraina (Historical Tresaures Museum, Archeological Institute, National Historical Museum of Ucraine di Kiev e Archeological Museum di Odessa): manufatti in oro e in argento (diademi, orecchini, bracciali, ma anche finimenti di cavallo e servizi per banchetti e cerimonie), che rappresentano i segni distintivi del potere.
Chiediamo a Franco Marzatico, direttore del Castello del Buonconsiglio, di illustrarci gli aspetti più significativi della mostra.

 Che cosa aggiunge la mostra «Ori dei cavalieri delle steppe» alle due precedenti?
 Due gli aspetti principali che della ricerca avviata dagli «Ori delle Alpi» e da «Guerrieri Principi ed Eroi». Il primo è che gli ori dell’Ucraina ci danno la possibilità di capire che i codici di comunicazione del potere e del prestigio sono transnazionali: le categorie di oggetti come gli ori, gli ornamenti, le decorazioni rappresentano il benessere non solo nei territori occidentali, ma anche oltre quel confine che i romani ritenevano della civiltà. Il secondo è di esplorare il territorio che dal Danubio si estende per migliaia di chilometri, dove vivevano quei popoli nomadi, dagli Sciti ai Sarmati, dagli Unni ai Goti, dagli Avari ai Mongoli, dei quali si è avuta sempre una connotazione negativa, ma che invece hanno avuto scambi commerciali e culturali con l’Occidente, rivelando con gli oggetti di prestigio una contaminazione di stili e modelli culturali. Si supera così lo stereotipo occidentale, che deriva dagli storici greci e romani, dei popoli asiatici come selvaggi, agli antipodi della civiltà.

 Tre ragioni per vedere la mostra?
 Prima di tutto gli oggetti esposti: sono quasi 400 pezzi di arte animalistica, metà dei quali mai visti in Italia, di qualità estetica eccelsa. Una dimostrazione dell’uso smodato dell’oro, senza le riserve che si ponevano i romani, con ambientazioni e scenografie d’effetto. I curatori dell’allestimento, Michelangelo Lupo, Imerio Palumbo e Gigi Giovanazzi, hanno realizzato al Buonconsiglio una yurta, la tipica tenda e un kurgan, la tomba interrata. Seconda: la possibilità di riflettere sui due mondi a confronto, che si ritenevano inconciliabili, mentre la mostra conferma gli scambi costanti. Terza: si tratta di un’ulteriore opportunità per proseguire l’itinerario archeologico del Museo, mettendo a confronto le nostre testimonianze con quelle di altri popoli.

Quali i pezzi forti della mostra?
 C’è il corredo di una donna guerriera, le amazzoni, che venivano sepolte con gli ornamenti previsti solo su un lato del corpo, perché sull’altro dovevano utilizzare l’arco. C’è inoltre il carico di una canoa, naufragata nel Dnepr, e ancora una slitta con i pattini ed una spada vichinga medioevale, appartenuta a mercenari al servizio dei principi di Kiev.

 I dati delle presenze premiano le vostre mostre, quale il segreto?
 E’ l’alternanza di mostre archeologiche a quelle su arti applicate (come i pianoforti o gli orologi) che permette al pubblico di scegliere settori diversi, mantenendo però un legame con le risorse del territorio. I dati confermano la fidelizzazione dei visitatori: il 57 per cento torna.

INFO MOSTRA

Dove:
Trento, Castello del Buonconsiglio (via Bernardo Clesio 5)
Quando:
dal 1 giugno al 4 novembre
Orario:
da martedi a domenica, ore 10-18 (chiuso lunedi)
Biglietti:
interi euro 6,00; ridotti 3,00 (studenti fino a 26 anni, gruppi oltre 15 persone); gratuiti fino a 18 anni e oltre i 65
Infoline:
telefono 0461-233770
mail info@buonconsiglio.it 
web www.buonconsiglio.it













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