Gli infermieri: «Le risorse sono limitate» 

Preoccupazione per il mantenimento dei criteri di sicurezza nel tempo. Segnana: «Massima attenzione alla sostenibilità»



TRENTO. Al punto nascite di Cavalese servono medici, infermieri ed ostetriche, perché la sicurezza viene prima di tutto. Ma le risorse sono limitate e questa consapevolezza preoccupa gli stessi medici ed anche gli infermieri. Prima il presidente dell’ Ordine dei Medici, Marco Ioppi, che aveva tratteggiato un futuro fatto di equilibrismi, tra le regole della sicurezza e l’esigenza di tenere aperto un punto nascite con appena 230 parti l’anno. Ora gli infermieri, che si dicono perplessi e preoccupati. Intanto l’assessore Segana assicura la massima attenzione per garantire un servizio sicuro e al tempo stesso sostenibile.

Il presidente Daniel Pedrotti e il Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trento esprimono preoccupazione per la sostenibilità e il mantenimento dei criteri di sicurezza nel tempo. «Presa la decisione politica, sarà ora compito dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari garantire il rispetto degli standard di sicurezza, reperendo medici, ostetriche, infermieri e altri operatori disposti, in tempi di carenza di personale, a lavorare a Cavalese». Sulla stessa linea l’Ordine delle Professioni Infermieristiche, che esprime perplessità sulla tenuta di un sistema sanitario provinciale che, «a fronte di risorse limitate, deve necessariamente garantire massima sicurezza anche in strutture con numeri di parti annui di molto al di sotto degli standard che a livello internazionale sono previsti per il mantenimento dell’ expertise del personale. Auspichiamo, quindi - fa sapere l’ordine- che l’imprescindibile sicurezza di madri e neonati siano garantite attraverso modelli organizzativi, di presa in carico e formazione adeguati e che la sicurezza non venga garantita a discapito delle dotazioni -e quindi della sicurezza stessa -di altri ospedali e unità operative. Di fronte al trend demografico al quale stiamo assistendo, con un rapido invecchiamento della popolazione e un aumento dei bisogni socio sanitari complessi, riteniamo fondamentale che, in termini di appropriatezza nell’impiego delle risorse, la riapertura di un punto nascite che contempla solo 230 parti all’anno non implichi una riduzione di investimenti e di progettualità negli ambiti della cronicità, della disabilità, della continuità ospedale-territorio e dell'integrazione socio-sanitaria, tutti aspetti per i quali è necessaria e sensata un’ organizzazione territoriale di prossimità».

L’assessore alla salute, Stefania Segnana, ribadisce la natura della decisione; questione di impegno, responsabilità e dialogo fra tutte le parti. «Un dialogo che non faremo certo venire meno né su questa né su altre tematiche che riguardano la salute dei cittadini. Voglio assicurare i professionisti ed in particolare il presidente dell’ ordine dei medici -prosegue l’assessore -che Provincia e Azienda sanitaria porranno la massima attenzione ai fini di garantire un servizio sicuro e al tempo stesso sostenibile sotto tutti i punti di vista. Prezioso sarà ancora una volta il confronto che manterremo costantemente, promuovendo fin dai prossimi giorni un incontro con l’ordine dei medici e le loro rappresentanze sindacali».













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