il colpo

Furto da 300 mila euro in Valsugana

Sparite nella notte tre betoniere della Calcestruzzi Atesini a Roncegno. A febbraio a Trento nord rubati altri 4 mezzi



TRENTO. Veloci e professionali. Due caratteristiche assolutamente «pericolose» se sono riferite a dei malviventi. E purtroppo questo è il caso dei ladri che hanno agito nella notte fra martedì e mercoledì e hanno rubato tre betoniere (camion-betoniere) da circa 100 mila euro ciascuna, alla Calcestruzzi Atesini, sede di Marter di Roncegno. Nel piazzale i delinquenti ci sono stati pochi minuti e non hanno avuto neppure la necessità di perdere tempo per cercare le chiavi: loro quei «bestioni» sono in grado di farli partire anche senza. Pochissimo tempo, quindi, per mettere a segno un colpo pesante.

Il furto è stato commesso alle 4 di mattina e scoperto neppure due ore dopo. L’allarme è stato dato in quel momento ma l’ultima traccia dell’imponente refurtiva è stata trovata in A22 all’altezza di Rovereto. I tre mezzi viaggiavano in direzione sud ed erano le 4.30. Poi nessun altro riferimento spiega Ivo Ferretti della Calcestruzzi Atesini. Che è la seconda volta in questo 2016 che si trova nelle condizioni di dover denunciare un furto di betoniere. L’altro episodio risale al febbraio di quest’anno quando dal deposito della Calcestruzzi Atesini in via Pont dei Vòdi a Spini di Gardolo, erano spariti ben 4 mezzi.

Con un danno totale per l’impresa che si aggira, quindi, sugli 800 mila euro. «Per fortuna abbiamo altri mezzi - spiega Ferretti - e quindi possiamo continuare a lavorare, ma la situazione è veramente difficile. Dopo la crisi economica arrivano anche queste bande organizzate che, a quanto pare, ci hanno preso di mira».

I mezzi rubati in Valsugana sono tre betoniere Cifa montate su Mercedes benz Actros 4 assi e sia le cabine che gli allestimenti sono grigi. Sulle portiere c’è il logo della società, ma è facile pensare che sia la prima cosa che i ladri faranno sparire. Difficile invece sapere che fine faranno le betoniere. Potrebbero essere vendute «complete», magari all’estero, oppure potrebbero essere «sezionate» e quindi potrebbero essere i singoli pezzi ad essere messi sul mercato illegale. Si tratta di un fenomeno dai numeri importati: dall’inizio dell’anno sono una sessantina i mezzi che sono stati rubati in varie località d’Italia e la sensazione - data la particolarità della refurtiva - è che a «lavorare» siamo bande specializzate che agiscono su commissione. (m.d.)

 













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