Funivie, passa la liquidazione

S.Martino, l’assemblea vota il provvedimento per due volte, con molte astensioni e critiche ai Comuni


di Raffaele Bonaccorso


SAN MARTINO DI CASTROZZA. Il passo decisivo, anche se sofferto e non privo di qualche tensione, è stato fatto. La società “San Martino e Primiero Dolomiti trasporti a fune spa” è stata messa in liquidazione e di conseguenza è stato nominato il liquidatore, il commercialista Paolo Boschini (come anticipato ieri del Trentino). Una decisione che è stata presa non senza tensioni fra i soci che più volte hanno criticato le scelte della maggioranza detenuta dagli 8 Comuni di Primiero con il loro 53 % di azioni.

La votazione è avvenuta con qualche contrasto ed un inghippo che avrebbe potuto costare caro. Infatti non era stato detto che la decisione doveva essere presa con il voto favorevole dei due terzi dei soci; non c’è stato alcun contrario, ma si sono contati diversi astenuti e quando si è andati alla verifica, si è constatato che per 15.000 azioni non era stato raggiunto il quorum dei due terzi. Da qui le polemiche, con la decisione di rivotare e questa volta con la sicurezza di circa 30.000 azioni che sarebbero passate dall’astensione al voto favorevole. In caso contrario si sarebbe perso come minimo un altro mese per la successiva convocazione, con una perdita di tempo deleteria proprio perché da ora in poi si deve cercare di aprire gli impianti nella stagione invernale. Non è che questo evento, al momento, sia garantito, ma tutte le sollecitazioni da parte dei soci sono andate proprio nel senso che il liquidatore faccia al più presto e garantisca il funzionamento degli impianti per l’inverno.

Più soci hanno fatto capire che probabilmente il consiglio di amministrazione non era del tutto convito della messa in liquidazione della società e che la decisione in effetti proveniva dai soci pubblici (vedi sindaci), anche se non è apparsa chiara l’alternativa che poteva esserci. Anche i sindaci, più volte sollecitati, ci hanno “messo del loro” per non chiarire la posizione: in particolare è stato chiesto di specificare il loro piano da indicare al liquidatore, ma le risposte sono state solo burocratiche. Come detto più volte, il liquidatore ha di fronte alcune alternative, anche se le principali sono: o di andare a un concordato preventivo con i creditori (in particolare la Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi, Cassa Centrale e l’Azienda consorziale servizi municipalizzati fornitrice di energia elettrica) o procedere tout court con il fallimento e quindi con la vendita degli impianti ad altra società. Nei prossimi giorni si vedranno le scelte che farà il liquidatore.













Scuola & Ricerca

In primo piano