Fugatti: «Per le riforme chiedo mandato pieno» 

Nella sala gremita del Muse i candidati alla presidenza tra aspettative e bilanci della campagna elettorale. Tonini, Pd: «Noi una forza tranquilla»



E Rossi? Prima un passo indietro per dire che il non facile compito di alimentare il dibattito tra 10 protagonisti (il fassano Ferruccio Chenetti, invitato, ha preferito non partecipare) è toccato al vicedirettore del Trentino Paolo Mantovan, coadiuvato nella conduzione sotto la gigantesca vetrata del Muse dalla diretttice di Rttr, Marica Terraneo. Introduzione e riflessione finale affidate al direttore del nostro giornale, Alberto Faustini.

Ora possiamo tornare a Rossi, per dire che l’attuale governatore ha sdegnosamente rifiutato la vox populi che lo vorrebbe, con il Patt, al centro di accordi più o meno definiti con la Lega. Per cosa? Per una santa alleanza regionale benedetta dalla Svp: «Il nostro rapporto con Bolzano, privilegiato e forte, è cosa nota. Tutto il resto è semplice speculazione».

Ma tra i vari argomenti, si è parlato di biologico, di infrastrutture e di sanità, la primogenitura della nostra cronaca (dove la sintesi è materia obbligata) spetta alla politica-politicata, con i moderatori a chiedere per quale motivo gli elettori, anzi l’elettore medio, dovrebbe barrare il loro nome sulla scheda elettorale. Il primo ad intervenire, il tempo fissato era di 30 secondi, è stato Federico Monegaglia, Riconquistare l’Italia: «Io voglio superare questa cosa del voto utile. Io invito a rifiutare questa logica idiota e malsana del voto utile, pensando alle proposte che abbiamo fatto in queste settimane».

Filippo Castaldini, Casapound, ha detto: «Io non vorrei parlare di programma. La nostra Tartaruga ci sarà anche dopo il 22, mentre molte delle liste che sono sul palco spariranno, dopo aver chiesto voti. Noi abbiamo un paradigma: quello di essere sempre tra la gente, nelle strade e nei quartieri». É toccato poi ad Antonella Valer, Liberi e Uguali e Altro Trentino a sinistra, sintetizzare: «Io sono già contenta che molti ci abbiano detto “Siamo felici che ci siate e per questo non rimarremo a casa, ma andremo a votare”. Il nostro è un progetto che mette al centro le questioni ambientali ed il lavoro. E che vuole costruire una qualità della vita alta per tutti quelli che vivono in Trentino».

Filippo Degasperi, M5s, ha spiegato: «Noi abbiamo lavorato cinque anni in maniera lineare e abbiamo sostenuto la sanità pubblica, la scuola pubblica. L’ambiente e le imprese e questa, direi, è la migliore garanzia per quello che vorremmo per il Trentino nella sedicesima legislatura. Siamo concreti e disponibili al dialogo».

Di Maurizio Fugatti si è detto già. Ha sottolineato inoltre il fatto di «avere in coalizione liste che esprimono mondi diversi e scelte concrete».

Giorgio Tonini, in parte pure lo abbiamo anticipato, ha ricordato di «avere esperienza di governo e voglia di cambiamento. Quindi noi possiamo essere punto d’equilibrio per una proposta che non sia un’avventura per la nostra autonomia».

Ugo Rossi, candidato presidente del Patt: «Chi si candida a governatore di una Provincia autonomia deve assicurare una precondizione, addirittura pre politica: di essere totalmente indipendente dai partiti nazionali e dai capi nazionali. Noi lo siamo senza ombra di dubbio».

Roberto De Laurentis, Tre: «Chi vuole votare qualcuno che governi veramente debbe scegliere noi».

Mauro Ottobre, Autonomia Dinamica: «Con noi si sceglie un tipo di futuro, abbiamo un progetto che il centrosinistra non ha saputo fare». Paolo Primon, Popoli Liberi: «Noi siamo coerenti ed in politica sembra quasi una bestemmia. Per noi coerenza è uguale passione». Tra poco il giudizio degli eletttori dirà quale di queste proposte, di questi appelli sarò stato il più convincente. E chi potrà recriminare.













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