Forza Italia si spacca I vertici contro i club

Il coordinatore Catanzaro contro Rossi, Manuali e Maffioletti: «Vogliono fare l’anti-partito». Ma l’assemblea autoconvocata chiede le dimissioni di Lillo e Bezzi


di Daniele Peretti


TRENTO. I risultati delle comunali del 10 maggio non hanno fatto altro che accentuare la spaccatura all'interno di Forza Italia: da una parte il coordinamento provinciale, dall’altra i club e il vicecoordinatore regionale Aldo Rossi con l’ala dei ribelli che hanno presentato l’esposto sulla raccolta firme.

«Un gruppetto di iscritti che si sono scelti il ruolo di "anti partito"», li definisce il comunicato del coordinatore provinciale Paolo Catanzaro, che ieri ha riunito i vertici del partito (presenti, oltre ai membri del coordinamento, il coordinatore regionale Enrico Lillo, il consigliere provinciale Giacomo Bezzi, il consigliere comunale di Trento Cristian Zanetti, il consigliere di Riva Francesco Campisi e altri iscritti).

Nel pomeriggio, all’Hotel America, l’assemblea promossa da Rossi, da cui doveva essere bandito qualsiasi riferimento all'indagine in corso sulla regolarità delle firme raccolte a sostegno della lista di Forza Italia. E questo è stato l'argomento alla base di più momenti di tensione perché chi interveniva, l’ex consigliere comunale Giorgio Manuali per primo, non aveva nessuna intenzione di tacere.

Il coordinatore regionale Lillo ha dovuto incassare una esplicita richiesta di dimissioni sulla base del disastroso risultato elettorale, mentre a Bezzi è stato mandato a dire di dimettersi o perlomeno sospendersi da consigliere provinciale in attesa dell'esito delle indagini. Da parte del coordinamento provinciale si è deciso all'unanimità di non partecipare anche se invitati, alla riunione dei club i cui promotori sono stati definiti «un gruppetto di iscritti che si sono scelti il ruolo di “anti partito”, affiancati da alcuni appartenenti al Mir» senza titolo per rappresentare il partito. Manuali ha tracciato un'impietosa analisi del risultato di Forza Italia alle recenti comunali, sottolineando come non sia nemmeno riuscita a completare l'elenco dei candidati e di come gli ultimi cinque non abbiano ottenuto nemmeno un voto. Alle regionali la media percentuale è pari al 10,5%, «siamo prossimi a lasciare la doppia cifra». Il non aver completato la lista elettorale è stata considerata come un'altra conferma dell'ostracismo del quale Manuali e Maffioletti sarebbero rimasti vittime. Tutto questo è emerso dal dibattito al quale Rossi, Lillo e Franco Murano hanno assistito in silenzio, richiamando spesso solo all'impegno di non parlare della questione firme. I lavori erano stati aperti con l'Inno di Mameli ed il volo delle Frecce Tricolori, seguito da una serie di immagini esemplificative tra le quali è spiccata quella di Silvio Berlusconi riconosciuto come unico possibile artefice della rinascita di Forza Italia.

Lontanissimi i tempi dei successi a mani basse ottenuti da un partito unito rappresentato dalla Provincia alle Circoscrizioni. Oggi la realtà è quella di un elettorato di riferimento allo sbando che si è rifugiato nell'astensionismo e di «una evidente incapacità, ha affermato Rossi, dell'attuale classe dirigente di affrontare la situazione». Assente Gabriella Maffioletti che ha fatto pervenire una lungo documento critico che parte dalla scelta del candidato sindaco e dalle modalità che hanno portato alla scelta di Claudio Cia. Poi un'attestato di solidarietà a Rossi e l'auspicio di un radicale cambiamento dell'attuale situazione considerata alla pari di quella di un malato terminale.













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