Folgorato sul treno Aperta un’inchiesta 

La vittima è un trentenne marocchino ucciso da una scarica elettrica sul tetto di un container di un carro merci l’antivigilia di Natale al Brennero



BOLZANO. La Procura ha aperto un’inchiesta sulla tragica fine di un trentenne marocchino, folgorato poco prima della mezzanotte del 23 dicembre, al Brennero, mentre tentava di passare il confine su un treno merci. In base ad una prima ricostruzione fatta dalla polizia, risulta che il giovane (di cui non è stata fornita l’identità, ndr) fosse in Italia da un paio d’anni. A lui si è risaliti grazie alle impronte digitali. Era un richiedente asilo, arrestato per reati contro il patrimonio, passato per diversi centri di accoglienza del sud e del nord del Paese, ma non c’è traccia di un suo passaggio in Alto Adige.

È il sesto migrante che muore sulla linea del Brennero inseguendo il sogno di un futuro oltre confine. L’ultima vittima il 31 ottobre: era un diciannovenne originario del Gambia, travolto e ucciso da un treno mentre attraversava i binari all’altezza di via Grandi, a Bolzano sud.

La scarica elettrica. Il corpo del trentenne marocchino è stato trovato allo scalo merci del Brennero: ad uccidere il migrante una scarica elettrica, sul tetto di un container di un carro merci. Il convoglio, partito da Verona, la notte del 23 dicembre era rimasto bloccato alla stazione di Brennero, a causa del deragliamento in Austria che da qualche giorno ha interrotto la linea oltreconfine. Sono stati gli operatori del Commissariato di polizia del Brennero a trovare il corpo. Durante il controllo di alcuni carri merci poco prima di mezzanotte, hanno notato lo squarcio nel telone di un vagone, fatto da alcuni migranti per salire e scendere.

Guardando oltre, hanno notato un cadavere sul tetto di un container sul carro a fianco. Il corpo, che non era visibile da sotto, è stato notato dagli agenti saliti sulla cabina "dirigenti in movimento".

La dinamica. In base a quanto si è potuto ricostruire, l'uomo sarebbe salito sul tetto del container per cercare di squarciare dall'alto il telone di un vagone accanto, ed entrare per ripararsi dal freddo. Mentre era sul tetto, il treno avrebbe fatto un piccolo movimento, facendogli perdere l'equilibrio. Il migrante avrebbe quindi toccato i fili dell'alta tensione. All’identità dell’uomo si è potuti risalire grazie alle impronte digitali confrontate con quelle rilevate al momento dell’arrivo sul territorio nazionale.

I sindacati. Dura la presa di posizione dei sindacalisti Mario Deriu (Siulp) e Fulvio Coslovi (Coisp), secondo cui l’ultima vittima dimostra che “non esiste una strategia politica nella gestione dei flussi migratori, dove i primi e gli ultimi a vedere queste persone vive siamo noi poliziotti”.













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