Fisco, braccio di ferro con Roma

La Provincia vuole voce in capitolo sui controlli locali, il Ministero frena


Robert Tosin


TRENTO. «Per uno Stato con impostazione centralista è ovvio che sia difficile lasciare ad altri le competenze, ma alla fine dovrà accettare le nostre richieste». Dellai è pronto alla battaglia del fisco con Roma, da dove arrivano segnali poco incoraggianti sulla possibilità che il Trentino abbia una commissione propria per gestire le modalità di accertamento fiscale. La materia del contendere per il momento è lasciata in mano ai tecnici «ma alla fine - dice il presidente - sarà la politica a chiudere il cerchio. E noi non accettiamo che Roma non accetti. Queste cose stanno scritte nell'accordo di Milano e noi pretendiamo il rispetto più assoluto di quell'intesa. La Commissione dei Dodici sta lavorando su questo fronte e se per quanto riguarda la possibilità di ridurre le aliquote fiscali in provincia c'è il sostanziale via libera, un po' più duro pare l'accordo sulla nascita di una commissione congiunta con l'Agenzia delle entrate sui controlli fiscali. Qui il ministero ha delle perplessità. «E' un braccio di ferro fisiologico - commenta Dellai - che accade quando un potere centralista si trova a cedere alcune sue prerogative. Roma ci prova a erodere gli elementi più innovativi che sono stati introdotti nell'Accordo di Milano, ma il processo federalista deve andare in una direzione diversa, cioè in quella che stiamo portando avanti e che sta scritta nell'intesa del 2009. Dobbiamo portare a compimento una sorta di circolo virtuoso che ci dà grande responsabilità. Autonomia non significa solo spendere soldi pubblici, ma anche raccoglierli e decidere il modo migliore per spenderli con l'obiettivo di creare sviluppo e sostenere così anche il gettito fiscale. E' una responsabilità che ci vogliamo assumere». Tra chi si è messo di traverso a questa ipotesi di tavolo congiunto di controllo fiscale c'è anche la Lega. «Bravo chi la capisce - dice Dellai - visto che la nostra proposta è quella di declinare sul territorio non tanto la verifica, quanto le modalità accertative che devono essere adeguate alla realtà nella quale ci si muove. La Lega forse preferisce che sia l'Agenzia delle entrate di Roma che decide come intervenire sul Trentino, ma questo non è certo lo spirito federalista». Per il momento Dellai non interverrà. La palla resta per ora in mano ai tecnici che dovranno definire il punto d'intesa pratico che discende dall'accordo politico di Milano. «Un tira e molla che ci può stare. Ma è chiaro che quando servirà la politica chiuderà il cerchio».

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