«Finanziamenti indebiti per 1,3 milioni» 

Per il ponte agricolo la procura della Corte dei Conti cita a giudizio il Consorzio agricolo di Darzo e Lodrone e il presidente



TRENTO. La cifra è importante: 1.294.849,10 euro ed è quanto la procura della Corte dei Conti chiede che venga pagato (in solido) da Narciso Marini e dal Consorzio di miglioramento fondiario di Darzo e Lodrone. Il primo è il presidente del Consorzio ed è «deus ex machina e negativo architetto dell’inganno, che a mezzo di artifizi e false dichiarazioni ha determinato le indebite contribuzioni pubbliche», queste sono le parole del procuratore regionale della procura contabile Marcovalerio Pozzato. Al centro della richiesta di condanna (siamo all’atto di citazione) c’è la realizzazione del ponte agricolo sul fiume Chiese. L'opera, inaugurata nel novembre 2015 ma concepita sul finire degli anni '90, era costata 1 milione e 530 mila euro, finanziati dalla Provincia e dal Comune di Storo. Il fine era quello di collegare le campagne di Lodrone e Darzo a quelle di Storo, ed è stata spesso al centro di polemiche e di colpi di scena. L’ultimo atto nel dicembre dello scorso anno quando la Provincia aveva dichiarato la decadenza totale del contributo. Che corrispondeva a 918.054,46 euro ai quali si erano uniti i 376.794,64 erogati dal Comune di Storo. La somma dei due contributi porta al quasi milione e 300 mila euro, ossia alla cifra che la procura chiede venga pagata (dopo l’eventuale condanna) da Marini e Consorzio. A far partire le indagini della Finanza, era stata una denuncia anonima datata settembre 2015. Il Nucleo di Polizia Tributaria di Trento delle fiamme gialle ha quindi iniziato una serie di verifiche, controlli e perquisizioni che hanno portato al corposo atto di citazione. Il primo elemento che è stato portato all’attenzione è un supposto conflitto d’interessi. Marini infatti avrebbe ricoperto al tempo stesso l’incarico di presidente del Consorzio di Darzo e Lodrone (stazione appaltante) ed era titolare della ditta (la «Carpenteria Giudicariese») che ha eseguito, in subappalto, i lavori che il Consorzio aveva affidato ad un’altra impresa. Conflitto d’interessi che la procura contabile vede anche nel fatto che Marini avrebbe partecipato in qualità di «rup» (rappresentante unico del procedimento), ai lavori del ponte agricolo. Ma in base al lavoro di analisi dei documenti dei finanzieri, ci sarebbe un altro problema, un problema geografico. Sì perché Marini, in qualità di presidente del Consorzio, aveva anche presentato agli uffici della Provincia la documentazione necessaria per ottenere in finanziamento. E quindi assieme alla richiesta di contributo, avrebbe presentato anche la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, datata giugno 2010, e da lui stesso sottoscritta, che attestava che le particelle fondiarie interessate all’iniziativa ricadevano nel territorio di competenza del Consorzio e che erano stati acquisiti gli eventuali permessi di attraversamento, di manomissione o di allacciamento ed occupazione momentanea o permanente di aree. Dalle indagini della Finanza sarebbe invece emerso che la realizzazione del ponte ha interessato quasi unicamente il territorio di competenza del Consorzio di miglioramento fondiario di Storo mentre nel territorio di competenza del Consorzio di Darzo e Lodrone ricadono esclusivamente le opere di viabilità di collegamento. Marini e Consorzio si difendono con forza respingendo tutte le accuse.













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