Filma il voto sulla scheda Denunciato roveretano

Il video girato con il telefono al seggio di via Mozart e poi pubblicato su Facebook Qualcuno l’ha visto e ha avvisato la Polizia: rischia un multa e sei mesi di carcere


di Paolo Tagliente


ROVERETO. In molti lo hanno fatto, nella giornata di domenica. Sono andati al seggio e dopo essere entrati in cabina hanno estratto il telefonino e filmato il loro voto, pubblicando poi le immagini su Facebook. Il dare il cattivo esempio è stato probabilmente un italiano residente a Lisbona che, già venerdì sera, aveva affidato il cortometraggio sul suo voto al social network. Ad onor del vero, va detto che nelle scorse ore gli autori di questa bravata sono stati esclusivamente elettori del Movimento 5 Stelle i quali, fieri della loro idea politica, hanno scelto di rifiutare il voto segreto e far sapere a tutti a chi andava la loro preferenza. Purtroppo per loro, sulla segretezza del voto non c’è possibilità di scelta. Anzi, la legge punisce chi compie questo tipo di azioni. E lo ha scoperto anche il roveretano che domenica pomeriggio s’è recato al seggio di via Mozart, a Rovereto nord, e dopo aver preso scheda e matita copiativa, ha avuto anch’egli la brillante idea di filmare il suo voto, rendendosi anche riconoscibile. Tutto sarebbe potuto filare liscio se non fosse che poco dopo, qualcuna delle persone presenti al seggio - e che forse s’era insospettito - ha preso il telefonino e ha dato un’occhiata al profilo dell’elettore in questione, trovando il video del voto espresso poco prima. Ad accompagnare le immagini una frase che la dice lunga sull’ingenuità del ragazzo e che è riassumibile in “il voto segreto è per i codardi”.

Di fronte a tanta ignorante sfrontatezza, attorno alle 23 di domenica, il presidente del seggio ha deciso di informare la Polizia di stato di Rovereto che ha impiegato una manciata di secondi a rintracciare, identificare e contattare il poco informato elettore, informandolo che nei suoi confronti sarà sporta denuncia. Gli è stato detto, infatti, che esiste il decreto legge del primo aprile (ma non è affatto uno pesce) del 2008 che vieta l’introduzione nella cabina elettorale di “telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini”. Per chi viola questa disposizione, e non consegna questi apparecchi al presidente prima di esprimere il voto, è previsto l’arresto da tre a sei mesi e l’ammenda da 300 euro a 1000 euro. “Dura lex, sed lex” dicevano i latini. Ma al roveretano tutto questo continua evidentemente a sembrare assurdo. E così, dopo aver rimosso il video, l’impavido elettore ha scritto sul suo profilo: «A cosa penso? Eh, che non c’è libertà nemmeno sulla propria pagina». Significato il commento di un suo amico: «Ti dò ragione, ma non è che il gesto tuo rappresenti libertà, altrimenti domani puoi pure pisciare in testa alla gente perché il balcone è tuo, l'ultimo che ha fatto il tuo stesso gesto sta ancora dentro, ma... hai ragione».

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