Fiamme in via Chini: famiglia evacuata 

A fuoco l’ex negozio di elettronica “ Trentini”. Paura per i Mariotti, giornalisti di Rttr, con due gemelle di 21 mesi


di Francesca Quattromani


TRENTO. Nel cuore della notte un vigile del fuoco tiene in braccio una bambina avvolta nella coperta. Il suo passo svelto fende un fumo nero. Al civico 71 di via Chini a Trento, a piano terra, le fiamme stanno divorando una delle passate botteghe storiche della città, la Trentini.

Nella palazzina di Trento sud, tre piani, sei famiglie di cui due presenti nella notte di lunedì. C’è silenzio. Paola Siano, 38 anni, giornalista di Rttr la televisione, non dorme. Il sonno leggero delle mamme. Sono le 2.30 quando sente un crepitio. C’è odore di fumo. Il marito, Giordano Mariotti, 38 anni, anche lui giornalista presso la stessa emittente è al suo fianco. Paola scuote la testa mentre tiene fa le braccia la sua piccola, una delle gemelle, 21 mesi. «C’era odore di plastica bruciata, arrivava dalla finestra del bagno, in corrispondenza del negozio». Anche la seconda bimba ora è sveglia. E’ tra le braccia di papà. «Abbiamo sentito dei boati- prosegue Giordano- Boati simili ad un temporale». «E quel crepitio, le cose che cadevano, il fumo che aumentava». Sono le 2.35 quando Paola chiama i soccorsi. Le bimbe nel sonno, bisogna andare via, lasciare quella casa. Sotto c’è qualcosa che sta bruciando, c’è il negozio “Trentini”. Dal balcone si vede il fumo nero che sale e sale e sale. Pensieri che si accavallano, si deve fare presto. Un odore acre spazza via il profumo del latte delle bambine, la dolcezza di una casa piena di giochi. I vigili del fuoco di Trento sono già sotto.

C’è l’autoscala che porta gli uomini lungo i piani: si deve essere certi che negli appartamenti non ci sia nessuno. Altri uomini entrano in casa. La famiglia è in salvo, dunque. Lo è, ma bisogna scendere le scale del palazzo. Pochi gradini, due piani appena. Li può fare al buio, ad occhi chiusi. Non quando tutto sta bruciano la sotto, però. Non con quel fumo che si è infilato dappertutto che si è “mangiato” le scale. Difficile vedere. Ci sono le bambine, si deve stare attenti. Così un vigile del fuoco fa strada. Prede una delle piccole, la avvolge in una coperta e va giù per le scale. Dietro ci sono mamma e papà, con la sorellina, ben protetta, al sicuro. La famiglia scende in strada. E vede. Una via nota, la strada di casa, la loro stessa casa ora ha un aspetto così diverso, tra autoscala, fuoco, fumo, vigili nell’azione di un intervento. «Eravamo soli. Nel palazzo non c’era nessun altro, solo noi e le bambine» racconta ancora Paola. Il volto segnato, le bambine fra le braccia, sue e di Giordano. Nella casa c’è ancora odore di fumo. Le finestre sono aperte. Poco prima dell’alba il rientro fra quelle mura. «Le bambine stanno bene. Non sono riamaste intossicate» spiegano i giornalisti. La luce ha portato un un nuovo tempo. Si dormirà poi. La casa deve tornare a vivere quella quotidianità che non ammette soste. C’è da fare la colazione alle bambine, tenere aperte le finestre.

I giochi nelle stanze hanno un colore brillante. Giordano e Paola sorridono alle bambine dagli occhi stanchi. «E’ andato tutto bene, per fortuna». La lunga notte è passata. La giornata sarà piena.















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