Ferrata delle Aquile, precipita nel canalone e muore a 33 anni 

Tragedia in Paganella. Manuele Cadeddu di Parma, arrivato ieri mattina con una comitiva, aveva affrontato l’escursione da solo. L’incidente prima dell’inizio del percorso attrezzato



Trento. Lo hanno trovato in un canalone, a poca distanza dal punto di attacco della Ferrata delle Aquile, in Paganella, ma per lui non c’era più nulla da fare. Il volo di 400 metri non ha lasciato scampo a Manuele Cadeddu 33enne di Parma che era arrivato in Trentino sono ieri mattina con una comitiva di amici. Amici che, nel pomeriggio di ieri hanno allertato i soccorsi, preoccupati per il mancato rientro dell’uomo. Il sorvolo con l’elicottero della zona della ferrata ha permesso di individuare il corpo ma ogni soccorso per ormai inutile. Fatali i traumi riportati nell’impatto con le rocce e la morte per l’uomo è stata istantanea. La zona dell’incidente mortale è la stessa in cui perde la vita, il 2 febbraio, Emanuele Rastelli, 33 anni, medico romano residente a Bressanone che lavorava all’ospedale di Vipiteno.

La ferrata

L’incidente è avvenuto lungo la Ferrata delle Aquile, in Paganella. In base alle informazioni che sono state raccolte, Cadeddu aveva deciso di affrontare la solo l’escursione mentre gli altri erano andati a sciare, e l’allarme è arrivato alla centrale unica dell’emergenza, il 112, attorno alle 17, quando gli amici si sono preoccupati del mancato rientro al punto di raccolta del pullman.

Su cosa è successo non è possibile avere certezze anche perché non ci sono testimoni oculari. Ma da alcuni elementi che sono stati raccolti è possibile dire che l’uomo non aveva ancora indossato l’imbrago e quindi doveva ancora arrivare alla ferrata. Anche il medico altoatesino era caduto nella medesima situazione, ancora prima di cominciare il percorso attrezzato vero e proprio. Forse Cadeddu ha messo un piede in fallo o forse ha avuto un mancamento. Quello che purtroppo è certo è che il suo corpo è caduto per 400 metri nel canalone ghiacciato non lasciando all’uomo alcuna speranza di sopravvivenza.

L’allarme

A chiedere l’intervento del soccorritori sono stati gli amici che lo aspettavano davanti al pullman per tornare a casa. La risposta da parte dei soccorritori è stata immediata. Il coordinatore dell’area operativa Trentino centrale del soccorso alpino e speleologico ha chiesto l’intervento dell’elicottero. Con un sorvolo sopra la zona lungo la quale si sviluppa la ferrata l’equipaggio ha individuato la salma dell’escursionista lungo il canalone. Il tecnico di elisoccorso e l’equipe sanitaria sono stati verricellati sul posto ma per l’uomo non c’era ormai nulla da fare. Fatale per lui una scivolata lungo il pendio innevato e ghiacciato. Dopo il nullaosta delle autorità la salma è stata ricomposta ed elitrasportata a Fai della Paganella. Appena sarò possibile, sarà trasportata a Parma, per il funerale.

La seconda tragedia

L’incidente di ieri ricalca per la dinamica quello avvenuto il 2 febbricola e costato la vita al dottor Emanuele Rastelli, coetaneo del parmense deceduto ieri. Il medico era insieme a due amici e voleva affrontare la ferrata. I tre avevano raggiunto l’attacco della ferrata, sotto cima Roda, e secondo quanto raccontato dagli amici del giovane medico, erano arrivati all’attacco della ferrata. Ma non avevano fatto in tempo ad assicurarsi che si è verificata la tragedia. Rastelli forse si era sporto un po’ oppure era scivolato mentre si metteva l’imbrago. E non ha avuto scampo.













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