Farmaci generici, il record del Trentino
Usati molto più che altrove, ma i cittadini potrebbero evitare ancora 5 milioni di spesa l’anno: ecco tutti i possibili risparmi
TRENTO. Appartiene al Trentino il primato dei farmaci generici, con il 40 per cento sul totale dei farmaci venduti e un considerevole risparmio per le tasche dei cittadini che scelgono volentieri (molto più che altrove) i farmaci “low cost” (cioè quelli senza marca) risparmiando sul prezzo d’acquisto. Il merito va suddiviso tra i medici (attenti nella prescrizione) e tra i farmacisti (che hanno un ruolo fondamentale nel momento dell’acquisto) ma è anche dell’azienda sanitaria, che sul tema ha avviato una campagna informativa, con l’obiettivo di ridurre le spese.
Ma alla fine il merito è soprattutto dei cittadini che hanno dimostrato di avere fiducia nei farmaci senza marchio e sono stati premiati con un considerevole risparmio: nel caso di farmaci a carico del sistema sanitario infatti viene rimborsato solo il prezzo del farmaco generico (che nei casi previsti è quindi gratis) mentre la differenza è a carico del paziente.
«Un dato che però va letto in una prospettiva più ampia» osserva il dottor Riccardo Roni, responsabile del servizio farmaceutico dell’azienda sanitaria. «Il Trentino infatti è di gran lunga la realtà più virtuosa d’Italia per l’uso dei generici e anche per il contenimento della spesa sanitaria. Ma non dobbiamo dimenticare che l’Italia è agli ultimi posti in Europa (davanti solo alla Grecia). In Trentino ci sono ancora 5 milioni di euro all’anno che i cittadini potrebbero risparmiare scegliendo in misura ancora superiore i farmaci generici».
Da parte dell’azienda sanitaria (ma anche da parte dei farmacisti, come è evidente dall’intervista che pubblichiamo qui sotto) viene ribadito l’appello alla fiducia: «Non c’è differenza tra i farmaci di marca e il semplice principio attivo venduto senza marchio» spiega ancora il dottore Roni. Un appello che si inserisce nelle politiche di contenimento della spesa: l’utilizzo dei generici infatti ha contribuito ad abbassare i prezzi dei farmaci, evitando quindi tagli nei servizi ai cittadini.
Ma quanto si risparmia? Si possono risparmiare pochi euro a confezione, ma nel caso di marchi molto noti - come ad esempio quello del Viagra, che non è comunque rimborsato dal sistema sanitario - le differenze di prezzo sono enormi, come è evidente dalla tabella. Una differenza che comunque in media è del 20% e che è motivata dall’assenza, nel caso dei farmaci generici, di spese per la ricerca e per il marketing.
I più dubbiosi e resistenti a cambiare i propri farmaci - spiegano all’azienda sanitaria - sono gli anziani e i pazienti cronici che da anni utilizzano un farmaco e temono che un nuovo prodotto (dall’aspetto diverso) non garantisca lo stesso risultato. In questi casi diventa fondamentale il ruolo di medici e farmacisti nell’orientare il paziente verso la scelta più giusta.