Falsi permessi di soggiorno: arrestato il figlio del questore di Trento

Giuseppe Caldarola, avvocato trentenne, coinvolto in un'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a Reggio Emilia



TRENTO. Giuseppe Caldarola, 31 anni, avvocato e figlio di Angelo, questore di Trento, è stato arrestato dalla Squadra mobile di Reggio Emilia su ordine del gip del tribunale di Brescia che ha accolto le richieste della procura presentata al termine di un’indagine su un giro di permessi di soggiorno falsi che sarebbe coinciso con il decreto flussi del 2007.
 
Il legale è molto conosciuto nel capoluogo emiliano e da anni impegnato nell’aiutare gli immigrati, da venerdì mattina è ai domiciliari nella sua abitazione. Da quanto «filtra» dagli ambienti investigativi di Brescia, egli sarebbe coinvolto in una maxi-inchiesta insieme a un ex vigile urbano, residente in provincia di Reggio, a cui è stato notificato l’obbligo di firma.

 L’indagine, condotta dalla Mobile di Brescia, è molto delicata e avrebbe coinvolto anche un gruppo di stranieri - pare tutti di origine pakistana - che nel Bresciano avevano avviato una fiorente attività di compravendita di permessi di soggiorno.

 L’inchiesta è partita in concomitanza con il termine delle regolarizzazioni del decreto flussi del 2007, quello diventato famoso perché ribattezzato «Click-Day». Sull’inchiesta c’è il massimo riserbo, ma da quanto emerso ieri, Caldarola e l’ex agente della municipale, sarebbero accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e uso di atto falso.

 Temi molto delicati, sui quali gli inquirenti stanno ancora lavorando con lo scopo di ricostruire con esattezza quanto accaduto tra il 2007 e il 2008 sulla «gestione», considerata illegale, dei permessi di soggiorno.

 La notizia shock, ha sconvolto l’ambiente del foro reggiano e ha lambito anche la politica cittadina, visto che Caldarola, nelle ultime elezioni comunali, faceva parte di una lista civica del capoluogo emiliano. Sarà interrogato la prossima settimana













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