Due secoli di sentenze abbandonano l’ex Pretura di Riva

Malgrado il lungo e accurato lavoro di selezione i faldoni dell’archivio storico occupano ancora circa mille metri di scaffalatura e novecento scatoloni



RIVA. Da qualche giorno anche l'ultimo residuo di quella che fu la pretura di Riva ha abbandonato palazzo San Francesco. La chiusura degli uffici risale al gennaio 2002 quando i dibattimenti in quella che da un paio d'anni era diventata sede distaccata del Tribunale di Rovereto vennero trasferiti nella città della Quercia. Nella vecchia sede rimase l'archivio storico: ora una ditta di Salorno è stata incaricata, per 2500 euro più iva, di trasportare all'Archivio storico di Trento tutto quanto era custodito al primo piano di palazzo San Francesco, rispettando scrupolosamente la sequenza esistente del faldoni sotto la sorveglianza del personale del comune e del ministero. La quantità del materiale è impressionante: sono più o meno mille metri di scaffalatura, finiti in 900 scatoloni: e si tratta d'una selezione.

Nell'archivio della pretura -stando alla Guida storico-archivistica di Albino Casetti pubblicata nel 1961 dalla Temi di Trento- ci sono le sentenze civili dal 1853 al 1922, quelle penali dal 1868, atti ereditari dal 1898, 18 volumi di sentenze civili dal 1929, 45 volumi di sentenze penali, indici testamentari dal 1840, 200 volumi di registri vari civili e penali. Inoltre nel 1923, col riordino dell'amministrazione giudiziaria seguito all'annessione all'Italia, sono stati concentrati nella pretura di Riva anche gli atti degli ex Giudizi di Arco e di Pieve di Ledro. Quelli arcensi comprendono sentenze civili dal primi del XIX secolo, sentenze penali dal 1853, successioni, transazioni, i registri dei testamenti dal 1840, gli indici penali dal 1874; fra quelli di Ledro 9 buste di atti ereditari, l'indice dei testamenti dal 1859, indice degli atti civili del 1898, un volume di sentenze penali. Dopo il trasferimento degli uffici trascorsero alcuni anni senza che nulla accadesse: ripresentatosi il problema della destinazione del materiale, anche per liberare i locali che l'amministrazione comunale intende assegnare a destinazioni diverse, venne incaricata la Cooperativa Tandem, nell'ambito dell'azione 9 dei lavori socialmente utili, del riordino generale dei documenti. L'operazione tenne impegnata per un periodo di tre anni la squadra, che aveva maturato esperienza analoga nella sistemazione dell'archivio storico del comune di Riva, con la supervisione del personale della cancelleria del Tribunale di Rovereto. Ultimato il lavoro, lungo e delicato, della classificazione seguì la fase della selezione dei documenti che meritavano di essere conservati, separandoli dalle carte senza alcun valore storico o documentario, che vide impegnato il direttore dell'archivio di Stato dottor Marcadella, al fianco degli esperti dell'amministrazione giudiziaria. Nei giorni scorsi l'ultimo atto: il trasferimento materiale degli atti nell'archivio di Stato di Trento, a disposizione dei ricercatori e degli storici che negli anni a venire vorranno documentare condizioni di vita ed abitudini della gente dell'Alto Garda e Ledro.













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