Droga, l’allarme del SerD: «Anche ragazzi di 13 anni» 

La responsabile Roberta Ferrucci: «In aumento i minori in cura, 14 nuovi casi nei primi tre mesi del 2018. Usano cannabinoidi ma anche sostanze pesanti»


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Solo nei primi tre mesi del 2018 abbiamo avuto 14 nuovi casi di minorenni che si sono rivolti a noi. Uno di questi è già tossicodipendente. Gli altri fanno uso o abuso di sostanze stupefacenti, non solo cannabinoidi, ma anche droghe pesanti. Si sta abbassando l’età, iniziano anche a 13 o 11 anni». Roberta Ferrucci, responsabile del Serd, il servizio per le dipendenze dell’Azienda sanitaria, dopo la denuncia di Paola Maria Meina dalle colonne del nostro giornale sulla droga dei giovanissimi, conferma la gravità della situazione, anche a Trento: «Abbiamo minori anche di 13 anni che fanno uso di droghe. Ormai non ne fanno uso solo i ragazzi più grandi, ma ci sono ragazzini che talvolta vivono in situazioni disagiate o emarginazione, ma non sempre. Non tutti hanno sviluppato la dipendenza, ma questo non vuol dire niente. Si muore anche con il semplice uso di droghe, anche senza esserne dipendenti».

Il Serd assiste circa 1300 tossicodipendenti in Trentino e ha quasi 2 mila posizioni, comprese le famiglie e i malati di gioco d’azzardo. Adesso l’emergenza che deve affrontare è proprio quella della droga dei giovanissimi. Una situazione che sta peggiorando velocemente: «L’anno scorso, in tutto il 2017, abbiamo seguito in tutto 27 minori. Quest’anno in tre mesi abbiamo già 14 nuovi casi. Ed è molto preoccupante. Da noi arrivano o perché portati dai genitori che si rendono conto di qualcosa che non va o mandati dal Commissariato del Governo al quale vengono segnalati dalle forze dell’ordine». La dottoressa Ferrucci spiega che vista l’esplosione del fenomeno il Serd cerca di sviluppare nuove strategie: «Finora avevamo un percorso abbastanza standard in cui una persona per quattro mesi doveva avere colloqui e dimostrare di non assumere sostanze. Ma, considerando che l’età è sempre più bassa dobbiamo studiare percorsi nuovi e anche forme di comunicazione nuove. Dobbiamo più basarci sugli interessi dei singoli e personalizzare il percorso. E, quanto alla comunicazione, non possiamo più limitarci a dire: attenzione le sostanze nuocciono alla salute. Dobbiamo avere una comunicazione più coinvolgente, proveniente da persone che i ragazzi ascoltino e prendano in considerazione».

Anche la dottoressa Ferrucci spiega che ormai il pericolo sono le nuove droghe e il mix di droghe assunte insieme dai ragazzi sempre più giovani e da ragazzine: «Le conseguenze per la salute possono essere devastanti. Molte morti per malore o per infarto possono essere provocate dall’uso e dall’abuso di droghe. Dalla cocaina, dal mix di droghe e dalla sostanze con cui vengono tagliate. I giovanissimi, poi, sviluppano prima la dipendenze perché non hanno ancora sviluppato il sistema frontale di controllo. Purtroppo l’adolescente tende a rischiare più dell’adulto, anche in questi casi, e si controlla di meno. Questo lo fa cadere nel tunnel più facilmente. Con l’eroina avevamo il metadone che funzionava. Purtroppo con queste nuove droghe o con il mix di droghe non abbiamo molti mezzi a disposizione. E i giovani rischiano la vita o l’equilibrio psichico. Siamo preoccupatissimi e stiamo sviluppando progetti ad hoc proprio per contrastare questo fenomeno».













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