il ddl sulla prevenzione va in aula 

«Droga, i giovani si sentono immortali» 

Le audizioni in commissione: i ragazzi chiedono di essere coinvolti



TRENTO. Il ddl sulla prevenzione delle tossicodipendenze ieri è stato «spedito» dalla quarta commissione direttamente all’Aula. Ma c’è stato spazio alle audizione di diversi soggetti che hanno affrontato il problema del consumo di droga in provincia. Si è iniziato con la direttrice del Serd che, pur lodando le intenzioni del ddl, ha sottolineato come «le dipendenze abbiano forme assai diverse e la prevenzione è estremamente complessa, e dev’essere mirata perché i ragazzi, soprattutto, non si rendono conto del pericolo, si sentono immortali e non sono sensibili ai messaggi forti, come quelli stampati sui pacchetti delle sigarette. Funziona, invece, la proposta di stili di vita positivi, le motivazioni, le attività come lo sport. Decisivo è come si parla di tossicodipendenze, la qualità umana di chi si rivolge ai giovani. Senza dimenticare che i giovani troppo spesso soffrono a causa della fragilità e di un malessere di fondo e descriverli subito come tossicodipendenze è pericoloso o perlomeno controproducente. Insomma, parlare di tossicodipendenza può essere addirittura dannoso.

Il responsabile amministrativo dell’ «Associazione famiglie tossicodipendenze», ricordando le difficoltà dell’associazione, ha dato un parere positivo del ddl, anche perché la tossicodipendenza viene riconosciuta, in linea con l’Oms, non più come un vizio ma come malattia. Valutazione positiva del ddl anche da parte del «Consiglio provinciale dei giovani». Il presidente della Consulta ha chiesto di poter partecipare ai progetti di prevenzione, anche perché i ragazzi vivono a contatto con le tossicodipendenze e i comportamenti a rischio, soprattutto con l’alcol e la cannabis. Per la polizia «le zone dello spaccio non sono così identificabili come sembra; i “mercati” sono meno concentrati e i contatti tra clienti e spacciatori sono perlopiù telefonici. Molto rari sono i fenomeni di spaccio davanti alle scuole; pochi anche all’interno degli istituti, perlopiù in quelli professionali. L’età scolastica non è quella della massima diffusione». Il presidente del consiglio delle autonomie (Cal) ha affermato che la valutazione è positiva sul fatto che il ddl ha portato un contributi al dibattito su un tema importante come questo, ma, ha aggiunto, le proposte contenute nel disegno di legge sono già comprese nelle norme che riguardano la salute. Insomma, gli strumenti ci sono già.













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