DRAMMA A RIVA DEL GARDAGiovane ferito con 5 coltellateArrestato l'aggressore

Lite nata dopo la notte di festeggiamenti per l'Inter: un passaggio in auto rifiutato ha scatenato la furia dell'accoltellatore, un ventisettenne rivano. La vittima è fuori pericolo, ma l'accusa è tentato omicidio



RIVA. Drammatica notte di sangue a Riva, dove s’è sfiorata la tragedia. Per una banale lite scoppiata alle 4 ai Giardini Verdi, davanti all’Orvea, un giovane ledrense di 25 anni è stato ferito da cinque coltellate, che lo hanno colpito all’addome, alla spalla sinistra e allo stesso avambraccio. Il giovane è stato operato in chirurgia e se la caverà. L’aggressore, un rivano di 27 anni, è stato arrestato con la gravissima accusa di tentato omicidio.
 La vittima dell’accoltellamento - ricoverato ad Arco dopo l’intervento di sutura delle ferite eseguito in piena notte - è Massimo Toccoli, un muratore residente a Legòs in valle di Ledro. Il giovane che lo ha ferito gravemente è invece il rivano Luca Mantovani, 27 anni, residente in viale Vannetti, laureato, ma attualmente cameriere saltuario in attesa di migliore occupazione, incensurato.
 Futilissimi i motivi dello scontro tra i giovani, che comunque non hanno nessuna relazione con la notte di «euforia nerazzurra», se non per il fatto che i festeggiamenti (anche da spettatori) hanno fatto fare le ore piccole a centinaia di giovani e Riva era movimentatissima. Da quanto si è appreso dai carabinieri inquirenti e dalla stessa vittima - che siamo andati a trovare nel suo letto d’ospedale, ormai fuori pericolo, provato ma in grado di parlare - tutto sarebbe nato quando Luca Mantovani ed un suo amico hanno chiesto un passaggio in macchina, per andare ad Arco, a due ragazzi per loro sconosciuti - appunto Massimo Toccoli e un altro giovane della valle di Ledro - che stavano passando a piedi davanti ai Giardini Verdi. Il brusco ma legittimo rifiuto del «servizio taxi» («Dovevo andare a casa, era tardissimo, non mi andava di andare ancora in giro» - ci ha detto Toccoli) avrebbe ingenerato prima un’insistenza fuori luogo, poi la scomposta reazione dei rivani. Di certo è nato un tafferuglio, prima a cazzotti e poi degenerato. In mano a Luca Mantovani è infatti spuntato improvvisamente un taglierino, con il quale ha menato cinque fendenti al Toccoli. Una scena pazzesca, della cui assurda gravità dev’essersi accorto, ritrovata la lucidità, anche lo stesso aggressore, se è vero - come pare accertato - che alla comparsa di una pozza di sangue sull’asfalto è stato lui stesso ad obbedire al ferito che gli ha intimato di seguirlo al Pronto Soccorso di Arco. Con impressionante lucidità il giovane muratore ledrense ferito si è infatti avviato al parcheggio dell’ex Pretura (lasciando una scia di sangue lunga duecento metri), ha invitato a bordo della sua auto l’accoltellatore e gli amici e, messosi al volante, ha puntato dritto verso l’ospedale arcense. Al Pronto Soccorso è stato subito allertato il chirurgo di turno, che in due ore di operazione è riuscito a fermare l’emorragia suturando le varie e profonde ferite riportate dal Toccoli.
 A questo punto, ovviamente, s’erano già mossi i carabinieri, chiamati dai sanitari. La ricostruzione dell’accaduto - con le testimonianze dei ragazzi non direttamente coinvolti nella rissa - ha fatto scattare immediatamente le manette e l’arresto per Luca Mantovani. D’altra parte parlavano chiaro anche le grandi macchie di sangue che nella colluttazione gli erano rimaste appiccicate sui vestiti. L’accusa con la quale il giovane rivano è stato associato alle carceri di Rovereto è di tentato omicidio, ma le attenuanti già emerse (primo fra tutti il fatto che abbia accompagnato all’ospedale il ferito) potrebbe far derubricare l’accaduto - se ne occupa la Procura di Rovereto con il dottor Merlo - a lesioni aggravate. Anche il taglierino è stato trovato: era abbandonato a terra vicino al luogo del fattaccio













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