Donne, ogni giorno due casi di violenza 

In Trentino il fenomeno è rimasto costante negli ultimi anni L’Osservatorio provinciale: «E’ un problema trasversale»


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. Due ogni giorno, 64 ogni mese: sono i numeri degli episodi di violenza contro le donne denunciati in Trentino fra il 2011 e il 2016. La violenza contro le donne (che spesso coinvolge i loro figli, come violenza cosiddetta assistita), anche in Trentino, è un fenomeno costante, che non cala, ed è trasversale alle fasce sociali. Colpisce le donne italiane e le donne straniere. In tre casi su quattro – mostrano i dati - la violenza arriva da partner, ex o familiari. Ieri mattina in Sala Belli nel palazzo della Provincia sono stati presentati i dati del 2016 relativi al Trentino, raccolti ed elaborati dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere. Nel 2016 nella nostra provincia sono state presentate 532 denunce e 232 procedimenti di ammonimento, per un totale di 764 eventi associati a violenza di genere. Calano seppur di poco le denunce rispetto al 2015 perché in compenso aumentano gli ammonimenti, che crescono come nuovi strumenti amministrativi (introdotti dallo Stato nel 2009), ritenuti efficaci dagli esperti, che prevengono di un certo tempo il momento della denuncia vera e propria. Facendo i conti, si tratta, sempre parlando dei soli dati emersi, di cinque denunce / ammonimenti ogni mille donne residenti in Provincia. Gli esperti stimano però che il dato emerso sia comunque soltanto il 5/10 % del numero reale di casi di violenza. Per quanto riguarda i minori, sono ben 454 i figli delle donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali, ai quali si aggiungono altri cento ragazzini che invece vivono nelle residenze protette con le madri. In totale parliamo dunque di oltre 500 minori a loro volta vittime di disagio, e sappiamo che questo è solo il 5/10% del totale. Il servizio residenziale è sopratutto chiesto dalle giovani donne straniere, che non hanno una rete sociale adeguata. Le vittime italiane chiedono gli altri tipi di aiuti e interventi.“Non siamo esenti da questo dramma” ha commentato ieri mattina di fronte ad una affollata platea, l’assessora provinciale Sara Ferrari. “C’è un enorme lavoro di educazione da fare, a partire dalle scuole. Sono impegnati 21 istituti scolastici in questo percorso. L’impegno della Provincia non cala, come purtroppo accade invece in altri territori, dove i centri antiviolenza hanno finanziamenti tagliati”. Esiste anche la violenza sul lavoro: nel 2016 sono stati denunciati dodici casi. Ammonisce però Eleonora Stenico, consigliera di parità “La lavoratrici non denunciano. Questi dati sottostimano il fenomeno reale. Sui posti di lavoro serve fare campagne di sensibilizzazione e dare strumenti alle vittime per sentirsi sicure”.

La violenza si declina come violenza fisica, psicologica, economica. La Provincia di Trento ha attivato ulteriori servizi e azioni oltre quanto già fa lo Stato In Trentino esistono interventi per dare lavoro alle donne vittime, in situazione di difficoltà economica come tirocini, inserimenti lavorativi e benefici per i datori di lavoro che le assumono. Esiste il Fondo di solidarietà, che anticipa ( fino al 30%, per un massimo di cinquemila euro) il risarcimento del danno morale riconosciuto alla donna vittima di violenza. Esistono procedure facilitate per le donne che arrivano al pronto soccorso, tutelando la loro privacy.













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