Donne, lavoro e violenza stereotipi che resistono

L’indagine dell’Istat. Qui sono meno diffusi, in linea con i dati del Nord-est, ma quasi il 5 % delle femmine è convinto che, in caso di penuria di lavori, il maschio abbia la precedenza


Mara Deimichei


trento. Se il lavoro scarseggia è giusto che l’uomo, in vista di un’assunzione, abbia la precedenza su una donna? Se il 2,6 per cento dei trentini è d’accordo con questa affermazione, quello che può stupire è che lo sia anche il 4,8 per cento delle donne. E sono di più le donne rispetto agli uomini che trovano sempre accettabile che il maschio controlli abitualmente il cellulare della moglie/compagna e quindi anche le chat, il profilo Facebook e quant’altro è social. C’è anche quasi il 10 per cento delle trentine che ritiene che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire mentre solo lo 0,4 per cento è molto d’accordo rispetto all’affermazione che “le donne serie non vengono violentate”. C’è anche questo nell’indagine Istat su “Gli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza sessuale” elaborata analizzando le risposte a 15 mila moduli da parte di uomini e donne fra i 18 e i 74 anni. I dati nazionali portano a dire che gli stereotipi sono più frequenti nel Mezzogiorno, in particolare in Campania e in Sicilia, e meno diffusi al Nord-est, con il minimo in Friuli Venezia Giulia.

Stereotipi

Oltre la metà dei trentini intervistati non è per nulla convinto che sia soprattutto l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia, ma il 9,1 per cento delle donne ne è, al contrario, molto convinta come quasi il 10 per cento degli uomini. E sono più le donne (2,6 per cento) rispetto agli uomini (1,9) quelle che ritengono giusto che sia il maschio a prendere le decisioni più importanti in famiglia. Ma l’81 per cento del totale non è per nulla d’accordo con questo stereotipo. Le faccende domestiche non sono cose da uomini? Ne sono assolutamente certi il 13% dei maschi e solo il 7% delle femmine. La metà degli intervistati non pensa che occuparsi dei lavori domestici sia un prerogativa tutta femminile.

Schiaffi e controllo

“Un ragazzo schiaffeggia la sua fidanzata perché ha civettato/flirtato con un altro uomo” è l’affermazione proposta dall’Istat e non c’è nessun trentino che si trova d’accordo. Ma c’è il 7,5 per cento delle donne e il dieci degli uomini che lo ritiene “accettabile in certe circostanze”. E il 95.5 degli intervistati in provincia ritiene che non sia mai accettabile che in una relazione di coppia ogni tanto ci sia uno schiaffo. E la media nazionale è del 94 per cento. Con uno 0,1 per cento che ritiene lo schiaffo sempre accettabile.

Violenza fisica e sessuale

Il 37,1 per cento dei trentini ritiene che sia molto diffusa la violenza sia fisica che sessuale che le donne subiscono all’interno di un rapporto di coppia. E che le cause delle violenze siano da ricercare nel fatto che gli uomini considerino le donne come oggetti di proprietà o come conseguenza dell’abuso di alcol o droghe. La causa meno considerata riguarda i motivi religiosi.

Luoghi comuni e stupro

Riguardo allo correlazione fra i vestiti e la violenza sessuale, abbiamo in parte già detto. Quasi la metà dei trentini, comunque, non è per nulla d’accordo sul fatto che gli abiti possano provocare uno stupro, dato il linea con la media nazionale.

Agli intervistati è stato poi chiesto cosa ne pensano della seguente affermazione: le donne serie non vengono violentate. Quasi il 20 per cento degli uomini si divide fra le opzioni molto d’accordo, abbastanza d’accordo e poco d’accordo. Le stesse opzioni sono state scelte dall’11 per cento delle donne intervistate. E se una donna subisce una violenza sessuale quando è ubriaca o sotto effetto di stupefacente? È almeno in parte responsabile. È molto d’accordo rispetto a questa affermazione, il 4,2 per cento delle donne e il 4,9 degli uomini. Per nulla d’accordo il 62,2 per cento dei trentini quando la media nazionale è del 66 per cento.













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