«Dolomiti Pride, sarà una festa di tutti» 

Il 9 giugno attesi 5 mila partecipanti: carri ed eventi. Perlini: «Dobbiamo imparare insieme un nuovo modello di famiglia»


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. Andare oltre i confini fisici e culturali, oltre i confini regionali, verso una dimensione dolomitica, di Euregio, e soprattutto oltre il confine che separa le persone attraverso la lente del presunto normale, del tollerato. E’ lo scopo del prossimo Dolomiti Pride, che sfilerà per la città di Trento, per la prima volta di un pride locale, il 9 giugno. Attesi 5 mila partecipanti. Accadrà nonostante le frenate che erano arrivate in un primo momento dal Comune, nei mesi scorsi. Il sindaco era stato convinto ad autorizzare l’evento da una lettera firmata da mezzo mondo associativo e culturale e dalle pressioni gentili dei suoi assessori. Ci saranno anche i carri, “senza i quali non c’è pride” ha ironizzato Paolo Zanella, presidente di Arcigay, per i quali gli organizzatori già invitano a mandare proposte, così come lo chiedono anche agli artisti che volessero salire sul palco della festa. Ieri mattina ne hanno annunciato il programma gli organizzatori, alla sala conferenze della Fondazione Caritro. “Vogliamo riportare al centro alcuni temi, dalla libertà di essere se stessi ed esprimersi, a quella di autodeterminarsi per le persone della comunità lgbt. Il Trentino è un territorio tollerante usando una parola bruttissima, ma c’è un grande lavoro da fare, perché pur senza per fortuna gesti di violenza o eclatanti, qui c’è ancora una profonda omofobia”, ha spiegato Zanella.

Organizzano il Dolomiti Pride Arcigay del Trentino, la Rete Elgbtqi, Centaurus, Agedo Trentino, Famiglie arcobaleno del Trentino.

La festa, che sarà anticipata da una serie di eventi ancora da presentare, ha un suo ampio documento politico di riferimento, ponderoso, di 34 pagine, che tocca anche temi come il diritto alla genitorialità delle persone omosessuali e la questione delle gravidanze per terze persone. “Dialogo tra identità e alterità” e “Sconfinare è umano” sono dei diritti delle minoranza non di genere, ma linguistiche e etniche. “Vogliamo lanciare una battaglia che coinvolga tutti, inclusiva, il pride non si rivolge solo alla nostra comunità lgbt, come vorremmo che inclusiva fosse la società”, ha chiosato Zanella. Il tema, definito cruciale, delle relazioni familiari è stato sottolineato da Lisa Perlini, esponente dell’associazione Famiglie Arcobaleno. “Dobbiamo imparare insieme un nuovo modello di famiglia, anche con genitori omosessuali. Negli asili lo stiamo già vedendo, le maestre diventano disponibili dopo una fase iniziale di diffidenza” ha raccontato.

Intanto è partito il crowdfunding, perché gli eventi costano. Fra i mainsponsor ci sono comunque la Cgil e la Uil del Trentino, la società che imbottiglia acqua Pejo, le aziende l Cibao e Alemax.

Il nuovo sito internet e le campagne social sono online. Serviranno anche volontari, per i quali le associazioni organizzatrici si preparano a lanciare tre call. Ieri è stata presentata l’allegra grafica che ricorda il profilo delle montagne dolomitiche, un segno identitario che unisce tutti quelli che vivono qui.













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